
Da Roma a Londra, da Parigi a Barcellona, l'Europa è ostaggio dei movimenti pro Pal radicali che bloccano le città, promuovono slogan violenti, fomentano occupazioni colpendo cittadini e studenti. Dietro alle proteste per la Palestina c'è una vera e propria regia che tiene insieme mondi in apparenza distanti tra loro ma accomunati dalla volontà di utilizzare Gaza per promuovere disordini e violenza. Così, dai collettivi agli antagonisti, dalle baby gang composte da immigrati di seconda generazione agli islamisti, le strade delle città di tutta Europa sono da settimane invase da cortei che hanno avuto il loro apice lo scorso fine settimana.
Se al pubblico italiano sono note le immagini degli striscioni della manifestazione di Roma in cui si inneggiava al 7 ottobre, delle bandiere di Hamas sventolate in piazza e delle scene di guerriglia urbana tra la capitale e Torino, le cose non vanno meglio nelle altre nazioni a cominciare dalla Gran Bretagna.
A Londra le forze dell'ordine hanno arrestato sabato quasi 500 persone durante la manifestazione Defend Our Juries convocata per chiedere la revoca del divieto imposto dal governo britannico nei confronti dell'organizzazione Palestine Action definita il 5 luglio 2025 "gruppo terroristico", una decisione arrivata dopo che i membri della rete avevano vandallizzato un aereo della Royal Air Force a Brize Norton. Il corteo di sabato si è svolto nonostante il premier Keir Starmer avesse invitato i partecipanti a interromperla per "rispettare il dolore degli ebrei britannici" in seguito all'attacco alla sinagoga di Manchester dello scorso giovedì.
Non vanno meglio le cose a Parigi dove il Collectif National pour une Paix Juste et Durable entre Palestiniens et Israéliens ha promosso una manifestazione sostenuta da numerose organizzazioni tra cui sindacati e ong a sostegno della Global Flotilla. Già lo scorso giovedì, dopo lo stop alla Flotilla, numerosi manifestanti si sono radunati nella capitale francese e, quando la tensione è aumentata durante la notte, sono stati effettuati numerosi arresti con gli attivisti che si sono scontrati con la polizia che ha utilizzato gas lacrimogeni.
Stessa situazione a Barcellona dove sabato pomeriggio sono state arrestate dieci persone e 19 agenti dei Mossos d'Esquadra sono rimasti leggermente feriti in seguito agli attacchi contro diversi negozi di marchi internazionali nei pressi di Plaça Catalunya. Il corteo è iniziato nel pomeriggio e un gruppo di manifestanti è stato protagonista di scontri con la polizia su La Rambla. Vari attivisti della Flotilla provenivano proprio dalla Spagna dove Abu Kashk, agente della "Conferenza palestinese per i Palestinesi all'estero" (Pcpa) affiliata ad Hamas, è l'amministratore delegato di Cyber Neptune, "società di facciata spagnola proprietaria di decine di navi che hanno partecipano alla Flotilla". Non a caso Barcellona è uno dei centri nevralgici della galassia pro Pal europea dove si intrecciano legami poco chiari e l'ex sindaco Ada Colau ha partecipato alla Flotilla.
Inoltre, il crowdfunding per la missione è stato promosso dal sindacato catalano Intersindical Alternativa de Catalunya (IAC). Altre manifestazioni per Gaza sono avvenute a Madrid, Lisbona, Berlino con un fil rouge: l'adesione delle comunità musulmane che giocano un ruolo da protagonista nelle manifestazioni per Gaza.