Il Viminale pronto ad assorbire l'entrata a gamba tesa della Germania

Ancorata al passato e a norme obsolete. Fonti del Viminale liquidano così l'uscita a gamba tesa del ministro dell'Interno tedesco

Il Viminale pronto ad assorbire l'entrata a gamba tesa della Germania
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Ancorata al passato e a norme obsolete. Fonti del Viminale liquidano così l'uscita a gamba tesa del ministro dell'Interno tedesco, la socialdemocratica Nancy Faeser pronta a rimangiarsi gli accordi sulla redistribuzione dello scorso ottobre giustificando il tutto con il rifiuto dell'Italia di riprendersi i cosiddetti «dublinanti». La scelta - meramente politica - della Faeser, in difficoltà sul fronte interno proprio su un tema caro alla socialdemocrazia, è infatti risibile dal punto vista pratico. Dall'ottobre 2022 la Germania ha ricollocato 1042 migranti arrivati dall'Italia, ma in cambio pretende di restituirci 10mila e 125 «dublinanti» ovvero degli «irregolari» approdati in Italia e poi transitati in Germania. Irregolari che secondo le regole di Dublino dovrebbero venir gestiti per sempre dal Paese di primo arrivo. Una pretesa paradossale se si considera che oggi l'Italia fa i conti con oltre 120mila migranti - all'80 per cento irregolari - arrivati dal Mediterraneo centrale e più di 5mila entrati dalla rotta Balcanica. Le fonti del Viminale sottolineano infatti che «la scelta della Germania di bloccare le ricollocazioni può apparire come una decisione politicamente rilevante, ma in realtà con un impatto minimo sull'alleggerimento del sistema di accoglienza». E a rendere oltre che paradossali anche obsolete le pretese tedesche s'aggiunge la bozza d del nuovo «Patto Europeo Migrazione e Asilo» varata a giugno dai ministri dell'interno dei Paesi membri riuniti in Lussemburgo. «Quella riforma una volta approvata - spiegano fonti del Viminale - introdurrà regole molto più efficaci e garantirà una divisione equa delle responsabilità tra Stati di primo ingresso e Paesi di destinazione finale, prevedendo ad esempio meccanismi di ridistribuzione di migranti giuridicamente vincolanti». In base alla bozza la responsabilità esclusiva del Paese di primo arrivo durerà infatti solo 15 mesi. Che scenderanno a 12 se l'«irregolare» sarà arrivato dopo un salvataggio in mare. E se - scaduti i due termini - il migrante sarà in un altro paese non varrà più la norma, cara Berlino, che ci costringe a riprenderci i «dublinanti». L'altra svolta sarà la rimozione della norma che limitava le ricollocazione ai soli migranti meritevoli d'asilo. Entrerà in vigore invece un minimo di 30mila redistribuzioni annue fra migranti «regolari» e «irregolari» che il paese europeo di destinazione non potrà più rifiutare. E se la quota minima di 30mila ricollocamenti non sarà rispettata ci si potrà appellare alla restituzione di un pari numero di «dublinanti», transitati in altri paesi.

Ma la vera rivoluzione cartesiana sarà la possibilità di concordare immediati rimpatri verso paesi terzi «sicuri» un'operazione considerata fin qui alla stregua dei «respingimenti». Quel che basta per definire la scelta di Berlino tanto «politica» quanto retrograda.

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