Un riconoscimento al coraggio reale e contro i falsi eroi

Machado non fa propaganda stando comoda in Occidente ma rischia tutto per la libertà

Un riconoscimento al coraggio reale e contro i falsi eroi
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Il Nobel per la Pace a María Corina Machado, leader in clandestinità dell'opposizione al regime venezuelano, è tutto fuorché un premio dato a una figura di secondo livello scelta dal Comitato norvegese pur di non accontentare Donald Trump. Al contrario. Se c'è una persona che, infatti, incarna nel modo migliore il ruolo per cui questo riconoscimento è stato creato, questa è davvero Machado. Una donna politica che da anni come recita il riconoscimento ufficiale "mantiene accesa la fiaccola della democrazia nel mezzo di un'oscurità crescente": l'oscurità in cui il dittatore Nicolás Maduro, erede di quel Chavez che seppellì con la violenza la democrazia del Venezuela, ha sprofondato il suo disgraziato Paese.

A differenza dei tanti falsi eroi di un attivismo a senso unico che blaterano a favore di telecamere occidentali ben sapendo di non rischiare assolutamente nulla sul piano personale, Machado sfida a viso aperto il capo di un regime le cui mani sono sporche del sangue di molti suoi oppositori. Un regime che è allineato, anche militarmente, con i peggiori Stati canaglia del pianeta, l'ormai famigerata alleanza anti-occidentale che tiene insieme Cina e Russia, Iran e Cuba, Corea del Nord e Bielorussia, e giù giù dittatoreggiando in scala minore in giro per il mondo.

Alcune di queste dittature, com'è noto, sono travestite da democrazie autoritarie nelle quali vige una libertà di voto. E questo vale anche per il Venezuela, dove si tengono elezioni parlamentari e presidenziali in cui non solo i candidati del regime vincono sempre, ma quelli dell'opposizione non addomesticata dopo che le loro vittorie elettorali sono state negate contro ogni evidenza - vengono perseguitati in vario modo: arrestati con i più fantasiosi pretesti e/o assassinati, minacciati di morte da squadroni di sicari di regime, spesso costretti all'esilio.

Machado è sfuggita a tutto questo senza mai venir meno a un ammirevole coraggio personale: dopo che la sua candidatura alle presidenziali (con tutti i sondaggi largamente a suo favore) era stata impedita, ha evitato l'arresto o l'assassinio entrando in clandestinità, senza mai lasciare il suo Paese. È rimasta la voce mai incrinata di una maggioranza di venezuelani che vuole il ripristino delle libertà democratiche. Nessuno sa dove si nasconda, ma il suo messaggio politico la pianta della democrazia può tornare a fiorire grazie a coraggio e partecipazione anche là dove tutto sembra perduto - è una sfida quotidiana a un caudillo borioso che, come il suo defunto idolo comunista cubano Fidel Castro, ama arrogarsi il falso ruolo di buon Padre del Popolo.

Il Nobel per la Pace a María Corina Machado rappresenta il sacrosanto premio alla tenacia di quei popoli che non vogliono padri onnipotenti che aspirano a un'immortalità trascorsa su un trono usurpato, ma piuttosto un leader politico decente, magari sostituibile senza tante storie quando alla maggioranza non garba più.

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