Riconoscimento facciale Ue: no al Grande fratello in tutti i luoghi pubblici

La Commissione europea lo consentirà solo per sicurezza e contrasto al terrorismo

Riconoscimento facciale Ue: no al Grande fratello in tutti i luoghi pubblici

Entrare in un luogo pubblico e pensare di non essere più riconosciuti in via automatica dai dispositivi di riconoscimento facciale, se non per motivi di sicurezza. Perché prima viene la tutela dei diritti della persona.

Potrebbe essere questo il futuro dell'intelligenza artificiale in Europa. Un chiaro distacco dal controllo di massa con un freno particolare a tutti i sistemi di identificazione biometrica che potranno essere utilizzati solo con l'autorizzazione di un organo giudiziario.

Sono questi alcuni degli obiettivi base, a dir poco ambiziosi, dell'Ue presenti nel dossier AI (in gergo Artificial Intelligence) presentato ieri a Bruxelles dalla Commissione Europea. Un piano che dovrà essere poi accettato dall'Europarlamento e dagli Stati membri. Venti miliardi all'anno di investimenti dovranno andare al pubblico e al privato per i prossimi dieci anni, alcuni provenienti dal Recovery Fund, che per il digitale stanzia 134 miliardi di euro. «L'intelligenza artificale è una fantastica opportunità per l'Europa - ha dichiarato in Tweet la presidente Ursula von der Leyen - e i cittadini meritano tecnologie di cui possono fidarsi».

Per la vice presidente della Commissione Ue Margrethe Vestager «L'uso dell'identificazione biometrica remota in tempo reale in spazi accessibili al pubblico, ai fini di attività di contrasto, comporta rischi particolari per i diritti fondamentali, in particolare per la dignità umana, il rispetto della vita privata e familiare, la protezione dei dati personali e la non discriminazione».

Le eccezioni ammesse a questi divieti riguardano la lotta contro il terrorismo, la tutela della sicurezza o le ricerche di un minore scomparso. «Se si guarda all'elenco dei crimini per il cui contrasto si ammette l'uso del riconoscimento facciale in spazi pubblici ci sono 32 reati diversi che provengono dalle regole sul mandato di arresto europeo comune, ma l'intero elenco dovrebbe essere limitato ai crimini per cui, se dimostrata la colpevolezza, si possa essere condannati a oltre tre anni di prigione», ha chiarito la Vestager in conferenza stampa. «L'elenco dei reati che giustificano l'uso di sistemi biometrici di riconoscimento facciale in spazi pubblici va limitato perché altrimenti il divieto si svuoterebbe e l'insieme delle eccezioni permetterebbe un uso più ampio del sistema di riconoscimento facciale rispetto a quello che Bruxelles intende permettere», ha aggiunto la vice presidente.

Le nuove regole sull'intelligenza artificiale verranno applicate in tutti gli Stati membri e seguiranno un quadro diviso per categorie di rischio: inaccettabile, alto, limitato, minimo. I sistemi di AI che minacciano la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone - che causano rischi «inaccettabili» - saranno vietati. Tra questi si considerano tutti i sistemi che manipolano il comportamento umano, come ad esempio i giochi che utilizzano l'assistenza vocale incoraggiando i minori ad adottare comportamenti rischiosi. Sotto i sistemi a rischio inaccettabile ci sono quelli a rischio «elevato», che includono le tecnologie di AI utilizzate in infrastrutture critiche come i trasporti, pericolosi per la vita e la salute dei cittadini. Poi i sistemi di formazione, fondamentali a determinare l'accesso all'educazione e il percorso professionale delle persone, come i sistemi che valutano gli esami.

«Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, la fiducia non è facoltativa, è indispensabile», ha ribadito la commissaria europea per l'agenda digitale Margrethe Vestager. «Queste regole rappresentano una svolta, che consentirà all'Ue di guidare lo sviluppo di nuove norme globali per garantire che l'IA possa essere considerata affidabile», ha concluso.

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