Le riforme della Meloni e l'ombra del complotto

La premier illustra la sua agenda lunga 5 anni. Ma ha dei sospetti sui tempi del caso Cospito

Le riforme della Meloni e l'ombra del complotto

E certo, le riforme. Quella istituzionale, cavallo di battaglia di FdI. «L'Italia ha bisogno di governi scelti dai cittadini e duraturi». Poi la giustizia. «Occorre garantire certezza del diritto e certezza della pena». L'agenda di Giorgia prevede grandi lavori per trasformare il Paese, il giusto tempo per realizzarli e una buona dose di ottimismo: «Tra cinque anni saremo ancora qui e tireremo il bilancio», dice dal palco della Conciliazione, alla kermesse per Francesco Rocca. Eppure, dopo il caso Cospito, ecco i primi dubbi, la prima sindrome di accerchiamento. I primi sospetti. «Tutti i contorni di questa vicenda sono inquietanti - ha scritto la premier nella chat dei suoi gruppi parlamentari - compresa la tempistica che quasi sovrappone la nascita del governo all'inizio dello sciopero della fame del capo anarchico. Sono molto preoccupata, anche per le risposte dell'opposizione al mio appello».

Tra riforme da fare e complotti da sventare, la strada si fa subito più stretta e qualche dubbio affiora pure tra gli alleati. Matteo Salvini ad esempio non vuole «entrare nel merito della polemica che deve essere assolutamente superata» perché «se qualcuno oggi inneggia alla lotta armata lo Stato deve intervenire». E Antonio Tajani spiega che Forza Italia non ha mai alzato i toni. «Non dobbiamo sottovalutare ne drammatizzare i pericoli. La questione Donzelli-Delmastro verrà affrontata dal gran giurì della Camera, noi pensiamo a risolvere i problemi dei cittadini». In questo quadro, la Meloni chiede ai suoi responsabilità. «È possibile che io stia esagerando e spero che sia così, ma comunque vada serve che tutti restino concentrati e seri». Insomma, avverte, adesso che abbiamo tenuto il punto e confermato la fiducia a Delmastro e Donzelli, manteniamo un profilo basso ed evitiamo di alimentare lo scontro. Se c'è da parlare lo faccio io, il silenzio dei numeri due e tre è fortemente gradito.

E lei, ospite centrale alla manifestazione per il candidato del centrodestra alla Regione Lazio, parla. «Abbiamo lo stesso coraggio di dieci anni fa per andare avanti senza abbassare la testa». Il carcere duro previsto dal regime del 41 bis dunque non si tocca, Palazzo Chigi non cederà a violenze e a pressioni. «Credo che lo Stato non debba trattare con la mafia e nemmeno con chi lo minaccia». Complotti o attacchi, la prospettiva del presidente del Consiglio è il 2027. «Se hai un orizzonte corto guardi subito al consenso facile con provvedimenti spot. Se hai un orizzonte lungo le risposte arriveranno dopo cinque anni perché noi ci saremo ancora. E vedremo i dati del Pil, dell'occupazione. Allora arriverà anche il consenso vero».

Ma, sostiene, a cento giorni dall'insediamento qualche risultato già si vede. Cita un argomento caro più alla Lega che a FdI. «Abbiamo avviato il percorso dell'autonomia differenziata. A differenza di quanto si dice, non è vero che togliamo ad alcuni per dare agli altri, ma vale per tutti la stessa regola: se gestisci bene le tue risorse e le tue competenze io prendo in considerazione l'ipotesi di fartene gestire altre».

Ricorda la stretta sul reddito di cittadinanza. «Dalla fine di quest'anno chi può lavorare lavora. Noi faremo tutto il possibile per mettere quelle persone nelle condizioni giuste per trovare un'occupazione, favorendo la crescita e incentivando le nuove assunzioni. Tra reddito e rubare, c'è prima l'opzione lavoro».

Altro tema sensibile, gli sbarchi. «Si svolgerà un importante Consiglio europeo la prossima settimana sull'immigrazione. Noi abbiamo stabilito delle regole anche per quanto riguarda le Ong e stiamo lavorando molto pure a livello internazionale». E qui scatta l'orgoglio nazionale di Giorgia. «Dicono che adesso l'Italia sia isolata, isolatissima». Fa una smorfia e si copre il volto con le mani.

«Quello che certa gente non capisce è che non è possibile isolarla. Fondatrice della Ue, della Nato, membro del G7... il punto è se sia consapevole della sua centralità e del ruolo che può avere». Ebbene, «con questo governo l'Italia lo è».

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