La conferenza programmatica di Fratelli d’Italia che si apre oggi a Milano per tracciare le coordinate per un governo dei conservatori, segna sotto vari punti di vista un momento di svolta per la destra italiana che abbraccia senza remore la definizione di conservatorismo. Si tratta, a onor del vero, di un percorso avviato da tempo dal partito di Giorgia Meloni che, con il ruolo di presidente dell’Ecr, sta portando avanti non solo a livello nazionale ma anche europeo grazie alla regia di Raffaele Fitto.
Già a dicembre con Atreju intitolato “il Natale dei conservatori”, era emersa la volontà di tracciare le coordinate per un conservatorismo italiano ma con la conferenza programmatica di Milano avviene un salto di qualità avviando de facto il percorso in vista delle politiche del 2023. Vale la pena soffermarsi sui principali temi e parole d’ordine che caratterizzano questo progetto che, pur essendo politico, nasce da un retroterra culturale e valoriare.
L’aspetto inedito per il panorama politico italiano è che per la prima volta un partito con un ampio consenso elettorale si definisca conservatore interpretando così temi e battaglie fino ad oggi portate avanti dal mondo culturale e superando la mancanza di un partito conservatore che ha caratterizzato il Novecento italiano. Uno di questi tema è senza dubbio l’ecologia declinata attraverso un conservatorismo verde che coniughi i temi della natura con quelli del cristianesimo, dell’agricoltura, dei confini e dell’identità. Ciò significa non creare una competizione dannosa tra ambiente ed economia.
Legato all’ambiente c’è anche il tema dell’energia: “la dipendenza energetica è figlia di una incapacità strategica che l’Italia ha dimostrato negli ultimi anni ed è figlia di visioni e approcci ideologici diventati strumenti che hanno reso impossibile per l’Italia sviluppare le sue potenzialità e la difesa degli interessi nazionali. L’Italia è il paese dei no, invece, noi crediamo che si possa dire di sì e fare quello che va fatto”. Realizzare una politica energetica autonoma significa avere a cuore il futuro della nazione (e l’amore per la propria patria) che è al centro di una visione della società conservatrice intesa come “il senso di appartenenza alla comunità, la ricostruzione dello Stato, l’idea di investimenti strategici, di riforme, ma anche l’indipendenza energetica, la nascita di una nuova Italia dalle macerie della globalizzazione”. La nazione italiana vista in un contesto più ampio che è quello europeo poiché “identità nazionale e sovranità devono essere il presupposto della nuova Europa confederale” basata su una politica estera comune, un rapporto equilibrato tra diritto comunitario e nazionale e la difesa dei confini nazionali ed europei.
Ai temi di politica estera si unisce la necessità di conservare valori come la famiglia e la tutela della vita, parole d’ordine storiche per il mondo della destra che non si possono (né devono) abbandonare, così come l’imprescindibile difesa della libertà, in particolare in questo momento storico. Nel programma conservatore c’è una maggiore attenzione ai temi economici e alle esigenze dei ceti produttivi a partire dalla necessità di abbassare la pressione fiscale. In tal senso “lo Stato e le istituzioni finanziarie hanno ragione di esistere soltanto se mettono in condizioni le imprese di creare lavoro e ricchezza, per questo occorre dare fiducia alle forze produttive italiane facilitando l’accesso al credito mettendo la finanza al servizio dell’economia reale e non viceversa”.
Così come tra i relatori della conferenza programmatica affianco ai nomi storicamente legati al mondo della destra si aggiungono figure con percorsi e tradizioni differenti, allo stesso modo nella
definizione del programma conservatore a temi e parole d’ordine che fanno storicamente parte del bagaglio della destra, si sommano nuove proposte. È il principio dell'Innovare conservando come insegna Giuseppe Prezzolini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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