Milano, linea rossa della metropolitana, stazione Cordusio. Il tabellone elettronico ti promette che il treno per Sesto I Maggio passerà tra 2 minuti e mezzo, e già l'uso del decimale ha una sua buffa onestà che ti commuove. Ma un po' è una sfida. Fai partire il cronometro, vuoi proprio vedere. Cento secondi e il convoglio arriva, apre le porte. Via.
Roma, linea B della metropolitana, Termini. Una voce maschile stanca e vagamente vernacolare annuncia che il treno per Rebibbia passerà tra 8 minuti. Ma puzza già di sòla . Sono 7. Poi 6 in un count down estenuante. Alla fine ne passano 11 perché arrivi un convoglio sporco e affollato. Nel frattempo la banchina si è riempita di un massa rassegnata e accaldata. Si sale, si resta in piedi, le porte fanno apri-e-chiudi più e più volte per stipare tutti. Via.
È in questa piccola truffa cronografica la differenza tra Milano e Roma, tra la capitale morale e quella immorale d'Italia, tra il paesone europeo e la metropoli di provincia, tra la città che si gode le attenzioni del mondo grazie al grande luna park dell'Expo e quella che affonda nella vergogna internazionale tra spazzatura e malaffare. Tra la città che trasforma in virtù il suo essere normale e quella che sublima in vizio la sua incapacità di esserlo. Tra la città moderna e quella pre-moderna. Tra la città che funziona malgrado il sindaco, perché le viene naturale; e la città che non funziona malgrado il sindaco, perché non ha mai davvero funzionato se non un paio di millenni fa.
Roma vista da Milano per un milanese è una cartolina sfocata, un daje pronunciato ridendo, una cacio-e-pepe che spunta in ogni menu meneghino, uno «stica..i» detto a capocchia, come attestato di ammirazione e non di menefreghismo quale dovrebbe essere, una macedonia di difetti dentro l'alchermes della bellezza (sorrentinianamente grande o meno). Roma vista da Milano da un romano come te è un dolore nel costato, difficile da spiegare.
Le differenze tra le due città sono raccontabili antropologicamente, storicamente, socialmente, politicamente. Tu puoi farlo anche con alcune istantanee quotidiane. Selfie romani, ché anche le foto a Roma è meglio farsele da sé.
Roma è la città dell'eterno ingorgo, provocato non tanto dal traffico di spostamento, ma da quello di chi cerca un parcheggio e alla fine immancabilmente lascia l'auto in seconda o terza fila. E pazienza se chi resta bloccato suona il clacson per un quarto d'ora. Il doppiofilista sbucherà da un bar con il cornetto in mano o da un negozio con una busta piena e con calma sposterà la sua auto senza scusarsi. E se gli dici qualcosa ti arriva pure il «vaffa».
Roma è la città dove a ogni angolo ci sono cassonetti traboccanti, battuti ogni mezz'ora da ronde di rom che li perlustrano buttando fuori ciò che non serve loro. Ma se hai bisogno di buttare una cartaccia hai voglia a trovare un cestino.
Roma è l'unica città turistica europea dove non esiste un servizio di bike sharing . C'era, le bici sono state cannibalizzate e rubate in poco tempo e l'amministrazione si è arresa. Ma dove vai, bellezza in bicicletta?
Roma è la città dove le strisce pedonali, se si vedono, sono comunque un'idea, un parere, al più una manifestazione dell'umore di chi guida. Se gli gira bene capace che ti fa passare.
Roma è la città dove si parcheggia ovunque: fermate dei bus, carico-e-scarico, strisce pedonali, curve. Non nei parcheggi per i disabili, quello no, ma in compenso molti degli ambìti contrassegni sono in mano a persone che hanno una nonna invalida, che non esce di casa da lustri.
Roma è la città dove gli autisti del bus portano la camicia fuori dai pantaloni, parlano al cellulare mentre guidano, tollerano che i passeggeri salgano e scendano dalle porte sbagliate, non rispettano le tabelle di marcia, guidano come se portassero uno scooter, frenando di botto e se cadi peggio per te.
Roma è la città dove le regole sono sempre violate e se provi a farle rispettare sei sicuro di essere guardato storto, ma può anche accaderti di essere insultato, qualche volta spintonato, magari pure
menato. Magari.Roma è la città dove tutti si lamentano ma nessuno fa niente per migliorare, dove il principale partito di opposizione è un sito che si chiama romafaschifo . E nessuno ha più il coraggio di dire che non è così.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.