Bertolaso non molla, forte dell'appoggio del Cavaliere che nei prossimi giorni darà una mano intervenendo in radio e tv locali. Il candidato resta Mr. Emergenze che incassa pure il fair play dell'avversario Marchini. Resta il gelo, invece, con gli altri ex alleati Meloni e Salvini. Ma il capo del Carroccio ha una strategia che va ben oltre l'affaire romano: vuole lanciare la sfida a Berlusconi per la guida del centrodestra e chiedere le primarie a ottobre.
Il Cavaliere torna a Roma per sostenere Bertolaso e cominciare la campagna elettorale a fianco del suo ex sottosegretario. Con insistenza girano voci su un sondaggio non proprio esaltante su Bertolaso che sarebbe all'inseguimento rispetto agli altri candidati di area. Ma la conferma non c'è: le analisi su Roma non sono ancora state commissionate da Arcore. Gli unici dati parlano di un ballottaggio tra Raggi e Giachetti; a seguire Meloni (15%), Bertolaso (12%) e dietro Marchini (8%). Fonti leghiste, tuttavia, giurano che la Meloni sarebbe in grado di prendere più voti rispetto a quelli della sola Fratelli d'Italia. Discorso inverso per Bertolaso: prenderebbe meno consensi rispetto a quelli della sola Forza Italia. Ma queste sono voci e per ora di numeri ufficiali se ne vedono pochi. L'ex capo della Protezione civile, tuttavia, è fiducioso: «Chi voto al ballottaggio? Ci arrivo io al ballottaggio!». Poi, sono scintille con gli ex sponsor: «Meloni e Salvini hanno già detto che voteranno Raggi al ballottaggio? La battuta che mi viene da fare è che sono nel panico, non sanno più cosa dire e cosa fare, e quindi iniziano a straparlare».
Poi l'annuncio: «Sto lavorando alla squadra. La bellezza di essere solo mi concede una totale autonomia. Subito dopo Pasqua dovremmo avere la squadra pronta». Marchini, invece, lo gratifica così: «Almeno Bertolaso lo critico sulle proposte, cerca di confrontarsi sui problemi concreti. Gli altri fanno una campagna virtuale, fanno finta che sono cascati dal pero. E dovrebbero scomparire in un buco nero per quello che hanno fatto». Cortesia ricambiata da Bertolaso: «Marchini è come me: un uomo indipendente, fuori dai partiti che dice quel che pensa. È una persona competente, innamorata di Roma. E in questo senso parliamo la stessa lingua».Difficile che la situazione con gli alleati si ricomponga anche perché Salvini ha un piano preciso: lanciare l'opa sul centrodestra. Pare infatti che la sua idea sia di pretendere le primarie per la guida della coalizione. In testa avrebbe già una data: ottobre, in concomitanza con il referendum sulle riforme renziane.
Per quella data, poi, Salvini vuole dare una svolta moderata e nazionale al suo partito, intrecciando rapporti solidi anche all'estero. Tra pochi giorni vedrà Netanyahu ed è al lavoro per trovare contatti pure con Trump. Una svolta che comprende contatti assidui anche con i fittiani e con pezzi di azzurri scontenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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