Paga oggi un servizio che, forse, avrai domani o molto più probabilmente mai. Non stupisce che la proposta avanzata da Matteo Salvini per imporre il pedaggio lungo il GRA ai romani abbia provocato una levata di scudi visto che la capitale è un esempio luminoso di come i cittadini possano sborsare un bel mucchio di quattrini in tasse senza però vedere erogati i servizi che in teoria con quei soldi dovrebbero essere forniti ed anche ad un livello cinque stelle.
A Roma ad esempio il servizio smaltimento rifiuti è allo stesso tempo il più caro d'Italia ed il meno soddisfacente per i cittadini. Un bel primato registrato nel Rapporto di Confartigianato. L'immondizia costa come l'oro ai romani che pagano 249,9 euro pro capite ovvero il 50,9 per cento in più rispetto alla media nazionale e il 9,5 in più rispetto a 6 anni fa. Ma il dato da sottolineare è che a fronte di tale esborso i cittadini dovrebbero avere strade immacolate mentre soltanto il 9 per cento dei romani si dice contento per la pulizia della capitale.
Non solo. A Roma si è arrivati al paradosso di un presidente dell'Ama, Daniele Fortini, che invita i romani a tenersi in casa i rifiuti domani perché la raccolta sarà bloccata a causa di uno sciopero che poi si accavallerà con lo stop festivo del 2 giugno. Insomma la Capitale proprio nei giorni del ponte con un prevedibile grande afflusso di turisti rischia di affondare nella monnezza. Per Alfio Marchini, candidato sindaco per il centrodestra, la soluzione è «non votare chi ha distrutto così la città». Per Marchini occorre trasformare i rifiuti da un costo ad una «opportunità di guadagno», come accade in tutto il mondo.
E non si placano le polemiche sull'ipotesi di far pagare il pedaggio per il transito sul raccordo anulare. Dopo la smentita di Salvini e della candidata sindaco da lui sostenuta, Giorgia Meloni, interviene Francesco Storace, capolista della «Lista Storace-Marchini sindaco», a ricordare che quella di far pagare il GRA è un'idea fissa della Lega. Tanto che Salvini aveva «postato» la proposta anche sulla sua pagina Facebook un paio d'anni fa.
«Un pezzo di verità l'ha raccontata Silvio Berlusconi, che ha rivelato la resistenza che si dovette opporre da premier ai leghisti che pretendevano di inserire il pedaggio sul Gra di Roma nelle varie leggi di stabilità a colpi di emendamenti puntualmente respinti - ricorda Storace - Ma il pericolo non è affatto svanito. I silenzi di Renzi e Delrio, non lasciano presagire nulla di buono».
Intanto Roberto Giachetti (Pd) prosegue la sua campagna elettorale in cerca di un linguaggio politico nuovo e accattivante in un tentativo di rincorsa con la candidata grillina, Virginia Raggi. Giachetti aveva incassato complimenti per uno spot ironico in cui interrompe la registrazione dichiarando con una marcata inflessione romana di non essere un attore e di aver cose più importanti da fare che «finti» spot elettorali.
Peccato che sia stato subito beccato perché la stessa idea l'aveva già avuta un candidato alle primarie del centrosinistra in Puglia, Guglielmo Minervini, poi sconfitto da Emiliano, che interrompeva la registrazione del suo spot dichiarando «le cose finte non le so fare».
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