Partire dai fatti. L'intendenza delle considerazioni etiche, seguirà. Fatto: mi trovo a Ferrara, dopo decenni, da quando mio padre mi aveva messo a pensione da un grecista e latinista che mi costringeva a tradurre in greco Machiavelli, e poi Platone in latino. Torno per un congresso. Per la prima volta, dopo 74 anni di dominio assoluto del Pci e successive denominazioni, è stato eletto un sindaco leghista che ha ben governato una cittadina vicina. I miei amici sono intellettuali: filosofi, psichiatri, medici, fisici. Il tipo di persone che hanno sempre votato a sinistra. Sono diventati di colpo razzisti? Risposta: la sinistra non ha saputo governare l'emigrazione e ci siamo trovati in mezzo a una guerra fra bande di nigeriani che hanno occupato un pezzo della città col racket della prostituzione e di arabi concorrenti. Una città in parte occupata e noi chiusi in casa. Quando ci rivolgevamo al partito, ricevevamo sprezzanti prediche sul dovere di accoglienza. Intanto le sirene della polizia segavano la notte della città estense dove vivevamo schiacciati da opposte bande di mafiosi criminali, insultati dal partito che ci governava. La fine è nota.
Aggiungo io: dietro le quinte dei dibattiti televisivi prima delle elezioni del marzo 2018, a microfoni spenti, tutti i diessini si dicevano sicuri della disfatta per colpa del loro partito che aveva prodotto paura, scaricandone le colpa sui cittadini, i quali hanno regolato i conti nell'urna. Fine della storia e dei fatti.
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