Rush finale verso il Cdm di martedì. Le imprese premono sugli incentivi

Vertici in corso con le banche per il loro contributo

Rush finale verso il Cdm di martedì. Le imprese premono sugli incentivi
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nostro inviato a Capri (Napoli)

Alla vigilia del Consiglio dei ministri che martedì darà il via libera alla manovra 2026, Palazzo Chigi apre domani il tavolo con le parti datoriali - da Confindustria a Confcommercio, da Abi a Coldiretti - per un confronto che si annuncia complesso. L'esecutivo punta a chiudere un'intesa complessiva prima della partenza del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per Washington, dove parteciperà alle riunioni Fmi e G20.

Le imprese arrivano all'appuntamento con richieste diversificate ma accomunate dalla domanda di stabilità. Confindustria spinge per rendere strutturali gli incentivi agli investimenti, dal credito d'imposta per la Transizione 5.0 all'Ires premiale, insieme alla Zes unica per tutto il territorio nazionale, misura considerata strategica per la competitività industriale. Le associazioni del commercio e dell'agricoltura chiedono invece interventi mirati sul costo dell'energia e sul taglio del cuneo fiscale.

Sul fronte bancario, sono in corso contatti riservati tra governo e Abi per definire il contributo del settore alla copertura della manovra. L'obiettivo, condiviso da entrambe le parti, è evitare scossoni ai mercati e all'economia reale. L'ipotesi di lavoro resta quella già utilizzata lo scorso anno: il differimento delle Dta, le imposte anticipate, che garantirebbe una liquidità temporanea ai conti pubblici. L'entità dell'intervento dipenderà tuttavia dal peso delle misure che la maggioranza deciderà di finanziare nelle prossime ore.

Nel frattempo, resta sotto osservazione la traiettoria della spesa netta. In audizione sul Documento di programmazione e finanza pubblica, Giorgetti ha confermato che la crescita dell'indicatore sarà dell'1,3% nel 2025, per poi salire all'1,7% nel 2026, leggermente sopra il limite previsto nel Piano. Negli anni successivi, la spesa netta tornerà a una dinamica più contenuta, con una media dell'1,5% nel triennio 2026-2028. Il Dpb, che sarà presentato insieme alla manovra, sarà fondamentale per conoscere la composizione dei singoli capitoli.

Sul fronte fiscale, uno dei nodi principali riguarda il taglio dell'Irpef dal 35 al 33% a redditi superiori ai 50mila euro. Il governo lavora a un doppio tetto: fino a 50mila euro resta la riduzione dell'aliquota, mentre nella fascia 50mila-200mila euro ci sarà solo un beneficio di 440 euro anziché di 1.400 euro.

Confermata anche la proroga di un anno per le agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie: detrazione del 50% per la prima casa e del 36% per le seconde, fino a un massimo di 96mila euro per unità. Sul lavoro, invece, si pensa a una mini-Irpef al 10% sugli aumenti derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi e dagli adeguamenti all'inflazione.

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