Milano - «Ramelli oltre la destra». A 44 anni esatti dalla terribile aggressione di cui fu vittima, Sergio Ramelli è una figura ancora attuale. Militante del Fronte della gioventù, all'epoca diciottenne, studente di una scuola superiore di Milano, fu preso di mira dai militanti della sinistra estrema e infine pestato brutalmente a colpi da di chiave inglese da un gruppo legato ad Avanguardia operaia. Era il 13 marzo 1975 e Sergio sarebbe morto il 29 aprile, dopo oltre un mese di agonia.
Ramelli viene sempre commemorato il 29 aprile dai militanti di destra ma quest'anno un comitato di ex militanti della Fronte della gioventù, oggi approdati a storie politiche diverse, intende ricordarlo in modo diverso, seguendo la lettura che anche Indro Montanelli aveva dato della vicenda: quella di un giovane di destra sì, ma simbolo di tutti coloro che si opponevano a una sinistra comunista che in quegli anni, soprattutto fra i giovani, era imperante. Domani al cinema Odeon alle 20,30 sono previsti interventi, testimonianze e la proiezione di un video inedito, che racconta la storia di Sergio. Fra gli invitati anche il giudice Guido Salvini, che si occupò delle indagini.
Fra i promotori dell'iniziativa anche Ignazio La Russa, oggi vicepresidente del Senato, già allora esponente della destra milanese e poi avvocato che seguì il processo dalla parte della madre di Sergio, Anita. «Quella di Sergio è una figura attuale spiega Anche oggi chi ha idee diverse, per esempio da quelle del politicamente corretto, viene perseguitato, a volte perseguito o sottoposto ad odio, anche sui social». AlGia
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