Nove anni. Una condanna «irragionevole» per i legali. «Inaccettabile» per il presidente americano Joe Biden. Ma forse solo un «ticket» da pagare per mettere finalmente in atto lo scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti.
Brittney Griner è stata condannata ieri dal tribunale di Khimki, vicino a Mosca, che l'ha riconosciuta colpevole di traffico di droga. La donna, 32 anni il prossimo ottobre, non è una delle sportive più popolari degli Stati Uniti, una cestista della Wnba (la Nba femminile) che tra l'altro a vinto due ori Olimpici e due titoli mondiali con la nazionale statunitense. In patria veste la maglia del Phoenix Mercury ma ha spesso svernato nel campionato russo, con la maglia dell'UMMC Ekaterinburg. E proprio raggiungendo la sua seconda squadra, lo scorso 17 febbraio, una settimana prima dell'invasione dell'Ucraina, sono iniziati i problemi seri per Brittney. All'aeroporto moscovita di Sheremetyevo i cani poliziotto puntarono il suo bagaglio, nel quale fu trovata una bomboletta con dell'olio di cannabis nella sigaretta elettronica. La Griner, il cui caso fu denunciato dalla moglie Cherelle, si è dichiarata colpevole in tribunale, specificando però di non essere al corrente dell'illiceità del suo comportamento. Ma la corte russa non ha creduto a questa linea di difesa e ieri l'ha condannata a nove anni di reclusione, con uno «sconto» di sei mesi rispetto alla richiesta della procura fatta ieri mattina.
Le reazioni della condanna sono state durissime. Gli avvocati dell'atleta, che ieri mattina, prima della condanna, si era augurata invano che «la politica resti fuori da quest'aula», si sono detti preoccupati per la salute della donna, che «sta molto male» e hanno annunciato un appello nel termine previsto di dieci giorni. Il presidente americano Joe Biden ha detto che la condanna rappresenta «un altro promemoria di ciò che il mondo già sapeva: la Russia sta detenendo ingiustamente Brittney». E il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che accusa Mosca di «utilizzare le persone come pedine politiche», annuncia l'intenzione di incontrare il suo omologo russo, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.
Ecco, da questo punto la condanna potrebbe non essere una cattiva notizia per Brittney. Si apre infatti ora davvero la partita per lo scambio di prigionieri tra Mosca e Washington e una condanna «pesante» della Griner era necessaria per rendere credibile lo switch con Viktor Bout, il cittadino russo arrestato nel 2008 in Tailandia ed estradato nel 2010 negli Stati Uniti, dove è recluso per una condanna a 25 anni per aver finanziato il Farc, il gruppo di guerriglieri colombiani considerati terroristi dagli Stati Uniti. Bout è ribattezzato «mercante della morte» per il suo lucroso business di armi vendute ad alcuni dei Paesi meno democratici del mondo e a milizie terroristiche e rivoluzionarie. E l'amministrazione Biden, pur essendo disposta a concedere molto a Mosca per liberare Griner, teme l'effetto boomerang di mettere sullo stesso piano una ingenua sportiva con un po' di cannabis in valigia e un trafficante seriale di morte.
Sia gli Stati Uniti sia la Russia vorrebbero inserire nella trattative altre pedine: Washington chiede a Mosca Paul Whelan, il canadese con passaporto statunitense arrestato nel 2018 in Russia e condannato
a 16 anni per spionaggio. Da parte loro i russi pretendono di avere indietro Vadim Kraskov, condannato all'ergastolo in Germania per l'omicidio a Berlino di Zelimkhan Khangoshvili, dissidente ceceno di origine georgiana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.