Stop alla propaganda gender nelle scuole e al rischio di derive ideologiche nelle aule. La Lega corregge il tiro sul disegno di legge in materia di educazione sessuale a scuola. Con un emendamento firmato dall'onorevole Giorgia Latini, le scuole medie vengono equiparate alle superiori: ci sarà dunque la possibilità di organizzare lezioni su questo argomento, ma anche in questo caso sarà necessario il consenso preventivo dei genitori per partecipare ad attività formative sui temi della sessualità.
Restano invece escluse dall'applicazione della norma la scuola dell'infanzia e le elementari, dove non potranno essere organizzate iniziative o progetti sui temi legati alla sessualità. Una formulazione approvata dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che chiarisce la filosofia alla base del provvedimento. "Non ci sarà più spazio per la propaganda e la strumentalizzazione nelle scuole. Questo non significa che non venga insegnata l'educazione all'affettività, anzi: per la prima volta la stiamo introducendo in modo strutturato. Ma non accettiamo che i ragazzi vengano indottrinati con teorie complesse e controverse. Lasciamo che siano le famiglie e i genitori a decidere se e quando affrontare certi temi, in base all'età e alla maturità dei figli. È questo il senso di un'operazione che mira a difendere i nostri giovani, evitando derive ideologiche e tutelando il ruolo educativo dei genitori".
Il testo aggiornato - la discussione nell'aula della Camera prenderà il via tra domani e dopodomani - prevede che "per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria siano in ogni caso escluse le attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi e argomenti inerenti alla sessualità, fatto salvo quanto disposto dalle Indicazioni nazionali".
Il riscontro a livello di sondaggi è più che soddisfacente. Secondo un sondaggio Kpmg prevalgono le opinioni positive e un italiano su tre ritiene addirittura doveroso richiedere un consenso informato alle famiglie (o agli studenti maggiorenni) inoltre il 63% ha un'opinione complessivamente positiva del provvedimento. Il ddl viene inoltre condiviso da 3 elettori su 4 dell'area politica della maggioranza su 4. Ma anche nel campo degli elettori di opposizione non mancano che si attestano attorno al 47%.
Il relatore del provvedimento, Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura, spiega che il ddl "non vieta l'educazione sessuale": "È giusto che a scuola si parli con adolescenti e ragazzi di malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate, educazione all'affettività e al rispetto. Questo già si fa, e anzi il ministro Valditara lo sta potenziando". Ma, aggiunge Sasso, "ciò che vogliamo fermare sono le distorsioni ideologiche care alla sinistra": "Grazie a questa legge, fortemente voluta dalla Lega, non potranno più entrare a scuola attivisti ideologizzati, drag queen o performer privi di competenze pedagogiche, per parlare a bambini e ragazzi di fluidità di genere o utero in affitto. Per i ragazzi più grandi chiediamo solo che le famiglie siano informate preventivamente su contenuti, relatori e materiali didattici utilizzati".
Il deputato sottolinea che l'obiettivo è "difendere la libertà educativa delle famiglie garantita dalla Costituzione": "A sinistra si battono per l'ideologia gender, cantano sui carri dei Pride e pretendono di educare i bambini alla loro visione del
mondo, arrivando a propagandare perfino la compravendita di bambini attraverso l'utero in affitto. Noi chiediamo invece che la scuola resti un luogo sereno, dove crescere e apprendere, non un campo di battaglia ideologica".