"Sì a figli con due mamme. Niente provetta se single"

La Consulta: "Due donne possono riconoscere un bimbo nato con fecondazione. Se è una sola, no alla procreazione assistita"

"Sì a figli con due mamme. Niente provetta se single"
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La famiglia migliore per un bambino è quella con due genitori. Ma alla fine poco importa che siano di sessi diversi o dello stesso sesso: perché se ha imparato ad amarli entrambi, privarlo di una delle sue mamme sarebbe traumatico e crudele. Si può sintetizzare così il messaggio che ieri la Corte costituzionale - chiamata per l'ennesima volta a affrontare le nuove frontiere della procreazione e delle famiglie - manda al Paese e al Parlamento. Da una parte, abbattendo uno dei capisaldi delle rivendicazioni dei paladini dei diritti civili", sancisce che una donna singola non ha diritto a procreare in laboratorio, perché questo porterebbe a mettere al mondo un figlio con un solo genitore: e questo non è nell'interesse del bambino. Sempre partendo dall'interesse del bambino, però, la Consulta stabilisce che una coppia di donne ha diritto a far riconoscere come figlio di entrambe il piccolo nato in Italia in seguito alla fecondazione - proibita nel nostro paese - avvenuta all'estero di una delle due aspiranti madri.

Sono due sentenze che arrivano in contemporanea, lo stesso giorno, scritte da due giudici diversi ma fatte proprie dall'intera Corte. Il presidente Gaetano Amoroso sa di muoversi su un terreno delicato, perché da tempo la Consulta viene accusata di volersi sostituire al Parlamento, allargando a colpi di sentenze le regole sul diritto di famiglia. Non è un caso che ieri la Corte metta nero su bianco un principio fondamentale: le leggi le fa il Parlamento, nella sua discrezionalità che ha come unico argine la Costituzione.

È in questo modo che la Corte, nella più rilevante delle due sentenze come effetti concreti, arriva a stabilire il principio: meglio due genitori. La legge che impedisce alle donne single di farsi fecondare in laboratorio «rinviene una giustificazione nel principio di precauzione a tutela dei favori nati». È nell'interesse dei nascituri che il Parlamento «ha ritenuto di non avallare un progetto genitoriale che conduce al concepimento di un figlio in un contesto che, almeno a priori, esclude la figura del padre». La sentenza è importante e autorevole anche perché porta la firma di un giudice, Emanuela Navarretta, insospettabile di oscurantismo: è lo stesso giudice che in marzo firmò la sentenza che apriva la porta alle adozioni gay. Stavolta ha dovuto affrontare la eccezione di incostituzionalità sollevata dal tribunale di Firenze, al quale si era rivolta una donna, E.B., contestando la legge del 2004 che esclude le single dalla procrezione medicalmente assistita. Per il tribunale toscano, il divieto viola sia la Costituzione che le norme europee. Ma la Consulta non ci sta, perché da salvaguardare non sono i desideri dell'aspirante madre (non esiste, dice la sentenza, un diritto alla genitorialità") ma le esigenze dell'eventuale figlio. E una donna sola non può essere equiparata a due genitori: «la categoria delle donne singole e quella delle coppie eterosessuali non risultano omogenee e pertanto richiedono il medesimo trattamento».

Nella seconda sentenza, la Corte accoglie invece i dubbi di costituzionalità sollevati dal tribunale di Lucca: una coppia di donne d'ora in avanti potrà accedere alla maternità assistita all'estero (in Italia l'intervento resta vietato) e venire in Italia a far nascere il bambino, ottenendo di poterlo registrare all'anagrafe come figlio di entrambe. Una decisione quasi inevitabile, dopo che la stessa Consulta mesi fa aveva autorizzato il riconoscimento nel caso che il piccolo fosse venuto alla luce all'estero, e portato in Italia a riconoscimento avvenuto.

Esultano le sinistre e la Cgil, mentre dal centrodestra c'è chi non è convinto: «Con le due sentenze depositate oggi dalla Corte costituzionale si crea uno stato di confusione dove a pagare il prezzo più alto è, ancora una volta, la famiglia», dice Maddalena Morgante di Fratelli d'Italia.

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