Sa'ar va all'Onu. "Hamas satanica. Subito il rilascio"

Il ministro degli Esteri prima del Consiglio di Sicurezza: "Liberi senza condizioni"

Sa'ar va all'Onu. "Hamas satanica. Subito il rilascio"
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Israele porta davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu l'emergenza degli ostaggi e cerca di contrastare il crescente isolamento dovuto alla carestia a Gaza, ponendo la questione dei cittadini ancora nelle mani di Hamas "al centro" dell'agenda internazionale. Mentre la Croce Rossa internazionale fa sapere di essere pronta a fornire ai prigionieri "medicine, cibo e notizie delle loro famiglie". Al Palazzo di Vetro il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar afferma che "i nostri ostaggi sono ancora torturati e affamati da Hamas e dalla Jihad Islamica e non possono essere dimenticati. Sono scheletri viventi. È satanico costringerli a scavarsi la fossa". "Il mondo è sottosopra, ci sono Paesi che anche in questo palazzo fanno pressione su Israele e non su Hamas. Attaccando Israele danno ad Hamas l'incentivo di proseguire il conflitto". E aggiunge: "La corsa a riconoscere lo stato di Palestina ha danneggiato l'accordo sugli ostaggi e prolungato la guerra". Quindi, ribadisce ancora una volta che "la pressione internazionale deve essere sull'organizzazione militante, qualsiasi altra cosa non ha altro risultato che far continuare la guerra". Sa'ar ha chiesto una riunione urgente dell'organismo Onu dopo che sono stati diffusi dei video in cui gli ostaggi Evyatar David e Rom Braslavski apparivano gravemente denutriti, ed è volato a New York per essere presente di persona. All'incontro ha partecipato pure, collegato da remoto, Ilay David, fratello maggiore di Evyatar, il quale ha ripetutamente accusato Hamas di utilizzare gli ostaggi come "esperimenti sulla fame", invitando il governo israeliano e i leader mondiali a ottenere il rilascio degli ostaggi "con ogni mezzo necessario".

Intanto, fuori dal quartier generale Onu sull'East River, oltre cento persone si sono radunate per chiedere il rilascio immediato dei prigionieri. Gli attivisti, in gran parte newyorkesi e rappresentanti di comunità ebraiche, sventolavano bandiere di Israele con le immagini degli ostaggi. E da ieri, su iniziativa del Consolato generale di Israele a New York, il video di Evyatar in prigionia viene proiettato anche su un maxi-schermo a Times Square. Prima della riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, il premier Benjamin Netanyahu, parlando da una base militare, ha ribadito che "è necessario sconfiggere completamente il nemico a Gaza, liberare tutti gli ostaggi e garantire che la Striscia non rappresenti più una minaccia per Israele. Non abbandoneremo nessuna di queste missioni".

L'opinione pubblica dello Stato ebraico è allarmata dalla sorte dei 49 rapiti del 7 ottobre di cui 20 dovrebbero essere ancora in vita mentre a livello internazionale si levano sempre più voci sulle sofferenze di oltre due milioni di palestinesi stipati in un territorio devastato e minacciato - secondo le Nazioni Unite - da una "carestia

generalizzata". Lo Stato ebraico continua infatti ad affrontare una crescente condanna internazionale per le condizioni nella Striscia, dove il Pam ha rivelato che più di una persona su tre non mangia per diversi giorni consecutivi.

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