Milano si prepara all'invasione dell'orgoglio gay e il sindaco Giuseppe Sala fa il Gallo, mettendosi in posa sulla poltrona rossa del suo ufficio con tanto di calze arcobaleno. Astuta e patinata mossa di marketing politico per dare il via alla dieci giorni omosex che parte oggi e culminerà nella sfilata en travesti del 29 giugno. «Per una Milano dei diritti...», chiosa sui suoi profili social incaricati di diramare urbi et orbi tutta la sua adesione, «...e dei doveri» aggiunge, forse per non spaventare il buon borghese meneghino che tra immigrati e famiglie frantumate, forse di deregulation comincia ad averne un po' le tasche piene. Perché poi fra nemmeno due anni si vota e oltre a che a sinistra, il buon Sala se vorrà vincere un bel po' di voti dovrà cercare di prenderli anche al centro. E financo a destra.
E così dopo le mutande di cachemire con cui Gabriele Albertini sfilò sulla passerelle di Valentino, ecco un altro sindaco ambrosiano folgorato (per altri motivi) sulla via della lingerie. E siccome a qualcuno non basta mai, ecco che i «Sentinelli» ora chiedono che «venga esposta la RainbowFlag da Palazzo Marino, la casa dei milanesi». Costringendo così tutti, favorevoli e contrari, a benedire l'arrivo della carnevalata che vedrà anche questa volta sfilare, insieme a rispettabilissimi omosessuali, gli esibizionisti travestiti da sposa, energumeni pelosi in perizoma, culturisti imprigionati nelle tutine di latex, baffuti con il camice da infermiera e i blasfemi che insultano i cattolici e la Chiesa. Senza dimenticare il solito squadrone di trans sudamericani che nella vita mercificano il loro corpo sfigurato dal silicone nei vialoni di periferia, utilizzando i propri attributi maschili per fare cassa, ma quel giorno prima di recarsi sul posto di lavoro vorranno rappresentare un mondo omosessuale che di loro farebbe volentieri a meno.
Come denuncia il consigliere regionale della Lega e presidente della commissione Attività produttive in Lombardia Gianmarco Senna che lancia il suo appello agli «omosessuali liberali». Perché quella «sbandierata da Sala come baluardo della difesa dei diritti, è solo una mera strumentalizzazione politica camuffata da assistenzialismo fuori epoca. Sono davvero superate queste carnevalate e sarò felice quando l'orientamento sessuale non influenzerà le scelte politiche, sociali, economiche».
Invitando «tutti gli omosessuali (e sono tanti) che non si riconoscono in questo Circo Barnum: fatevi avanti, incontriamoci a Milano e davanti ad uno spritz confrontiamoci e pensiamo, ipotizziamo una prospettiva condivisa di futuro. Per noi e per la nostra città. Potete scrivetemi via social: risponderò a tutti».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.