Sala a rischio processo scopre gli «sgarbi» dei pm

Indagine Expo, chiesto il giudizio per il sindaco di Milano che si arrabbia: l'ho saputo dai giornali, non c'è rispetto

Sala a rischio processo scopre gli «sgarbi» dei pm

La richiesta di rinvio a giudizio per Giuseppe Sala è partita. Anzi no: è ancora sul tavolo del procuratore generale. O meglio: il gup non l'ha ricevuta e i legali non hanno alcuna notifica. La mattina al Palazzo di giustizia milanese è concitata. Tutto nasce da un lancio di agenzia. Errore tecnico? Fuga in avanti? Siti e tg riprendono la notizia. Partono le verifiche, ma intanto la valanga mediatica precipita e investe il diretto interessato, che protesta: «Non c'è nessuna novità. Non è nuovo neanche il metodo. Come sempre, rispetto istituzionale poco: queste cose si sanno dai media. Ma non è certo una cosa inattesa».

I fatti si definiscono nel primo pomeriggio. La richiesta di rinvio a giudizio del sindaco di Milano da parte della Procura generale, in realtà un atto più che prevedibile dopo la chiusura delle indagini, è arrivata ieri. L'accusa è di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulla Piastra di Expo 2015. In particolare per l'affidamento senza gara dell'appalto per la fornitura di 6mila alberi per l'Esposizione. La conferma è arrivata da fonti giudiziarie, anche se gli avvocati di Sala non hanno la notifica. Questo perché la richiesta di processo deve ancora arrivare sulla scrivania del gup Giovanna Campanile, che dovrà poi fissare e comunicare la data dell'udienza preliminare. I sostituti procuratori generali Massimo Gaballo e Vincenzo Calia hanno anche ritoccato l'ultimo capo di imputazione (alla lettera M) del filone principale del fascicolo «Piastra», relativo appunto alla fornitura del verde e che riguarda il solo Angelo Paris. Il capo M è stato sfrondato ed è stato cancellato il passaggio in cui si affermava che l'ex manager Expo aveva agito all'insaputa dell'allora ad Sala. Un intervento necessario, visto che per l'ipotesi di abuso d'ufficio Paris e il sindaco risultano accusati in concorso.

Il filone principale dell'inchiesta è già approdato all'udienza preliminare, cominciata il 14 dicembre con Paris e altri sei imputati. La prossima udienza è in programma per il 2 febbraio. A questo punto Campanile potrebbe fissare per quello stesso giorno l'udienza in cui decidere sulla nuova richiesta di processo. Il sindaco non era comparso davanti al gup a dicembre perché per l'altra accusa, di falso ideologico e materiale in relazione alla presunta retrodatazione di due verbali sulla commissione aggiudicatrice, aveva chiesto il rito immediato e sarà in aula il 20 febbraio. Anche il legale del primo cittadino, l'avvocato Salvatore Scuto, si rammarica del cortocircuito nella pubblicazione della notizia della richiesta di rinvio a giudizio e parla di «deriva surreale» della vicenda processuale. «Avevamo assistito per ben due volte - attacca il difensore - all'anticipazione di notizie sensibili per le indagini attraverso gli organi di stampa. Oggi (ieri, ndr) abbiamo assistito non alla notizia che anticipa la conoscenza ufficiale di un atto ma alla notizia che con capacità divinatoria prevede una decisione della Procura generale, coperta dal segreto e per la quale non è neanche prevista la notifica alla difesa e alla persona indagata». Da qui, continua Scuto, «l'affrettata rincorsa della Procura generale a far sì che quella notizia delle 11.04 trovasse il suo riscontro».

Siamo in presenza, conclude, «di una continuata violazione di norme che prima che tutelare l'indagato, tutelano gli equilibri del processo un tempo denominato giusto». Il governatore lombardo Roberto Maroni, che era con il sindaco alla firma di un accordo sul parco della Villa Reale di Monza, ha dichiarato: «Voglio ringraziare Sala. Senza di lui Expo non si sarebbe fatta».

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