Salario minimo, verso intesa Ue. L'asse Pd-Cgil divide il governo

La direttiva europea sul salario minimo è in dirittura d'arrivo

Salario minimo, verso intesa Ue. L'asse Pd-Cgil divide il governo

La direttiva europea sul salario minimo è in dirittura d'arrivo. Commissione Ue, Europarlamento e Consiglio europeo sono vicini a un'intesa. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lo ha definito «un assist per i lavoratori». L'esponente piddino ha ricordato di aver sottoposto alle parti sociali «di utilizzare il Trattamento economico complessivo (Tec), o comunque il trattamento economico contenuto nei contratti nazionali più rappresentativi, come salario minimo». In questo modo si lascerebbe spazio alla contrattazione senza fissare una soglia per legge.

Lo scopo di Bruxelles, infatti, è istituire un quadro per fissare salari minimi «adeguati ed equi». L'idea delle tre istituzioni europee nell'accordo in via di approvazione è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire «un tenore di vita dignitoso», a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata. Si mira poi a «rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva» la cui copertura dovrebbe essere fissata in una soglia compresa tra il 70% e l'80 per cento. L'Italia, insieme ad Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia, è uno dei sei Paesi dell'Unione dove non è fissato un salario minimo. Ma lo scontro politico non aiuta a raggiungere un'intesa a livello nazionale.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in aperta polemica con Orlando sul fronte taglio del cuneo e welfare, ha evitato di alzare i toni. «Non è tema che riguarda Confindustria, perché i contratti da noi firmati prevedono paghe orario già superiori (al minimo di 9 euro lordi l'ora del ddl presentato da M5s; ndr). Se lo si vuol stabilire per legge, l'importante è che non tocchi la contrattazione collettiva nazionale, che ha funzionato più che bene», ha detto il leader degli imprenditori che ha ricordato di aver rinnovato contratti per 4,2 milioni di addetti in questi due anni. «Il salario minimo serve a togliere il più possibile dal tavolo le fattispecie di lavoro povero», ha dichiarato il segretario Pd, Enrico Letta che appoggia Cgil e Uil.

Per il vice presidente di Fi, Antonio Tajani, invece «si rischia di abbassare gli stipendi piuttosto che aumentarli». Mentre per la leader di FdI Giorgia Meloni andrebbe tagliato il cuneo fiscale eliminando il reddito di cittadinanza.

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