
Alla fine per salvare Ilaria Salis (nella foto) bisognerà raschiare il fondo del barile, puntando anche sui voti dei 32 eurodeputati non iscritti ad alcun gruppo: tra cui gente di estrema destra e di estrema sinistra, tra cui personaggi curiosi come la boema Katerina Kocevna, unica eletta del locale Partito comunista che è sì comunista ma anche molto sovranista e piuttosto euroscettico.
È in quella direzione che si muovono nelle ultime ore gli sforzi del fronte pro-Salis, in vista del voto che a mezzogiorno di oggi deciderà se revocare l'immunità parlamentare che dal giorno della sua elezione ha protetto la ex insegnante brianzola dal processo per violenze e lesioni che la attende a Budapest. Un processo che secondo i più attivi sostenitori della Salis è frutto solo di una persecuzione ideologica per la sua militanza antifascista.
Il mese scorso, il voto preliminare in commissione ha visto la Salis salva per appena un voto, grazie alla spaccatura del Partito popolare europeo. Oggi si affronta il passaggio decisivo, il voto in assemblea a Strasburgo, e qui le prospettive sono più grigie. Anche se (ipotesi non troppo probabile) i 32 "cani sciolti" votassero contro la revoca della autorizzazione a procedere, la Salis rischierebbe comunque di andare sotto, perché i partiti che hanno annunciato il loro via libera alla richiesta ungherese contro l'italiana dispongono sulla carta di 405 voti, una maggioranza robusta (i seggi sono 720). A fare pendere la bilancia a sfavore della Salis, la scelta del Partito popolare europeo che si è espresso ufficialmente per la revoca dell'immunità: i reati contestati in Ungheria alla donna - dice in sostanza il Ppe - non hanno nulla a che fare col suo mandato parlamentare, anche perché sono stati commessi prima della sua elezione, e tutelarli con l'immunità costituirebbe un precedente pericoloso.
Tutto perduto per Ilaria, dunque? No. Perché anche in aula oggi si voterà a scrutinio segreto: a rendere vistosa l'anomalia, il fatto che insieme alla richiesta contro la Salis se ne voteranno altre quattro (due per deputati ungheresi, due per altrettanti polacchi) e salvo decisioni dell'ultimo minuto questi scrutini avverranno come si consueto a voto palese. Solo al momento di decidere il destino della Salis i deputati si esprimeranno a voto segreto, con la macchinetta che protegge i polpastrelli da sguardi indiscreti.
Mano libera ai franchi tiratori, quasi sicuramente annidati tra i Popolari, che per non restare col cerino in mano stanno facendo girare la voce che anche tra le fila del centrodestra, il gruppo Ecr, si anniderebbero dei cecchini pro-Salis: pronti a votare la mozione, presentata dalle sinistre, secondo cui l'italiana va tutelata perché le accuse contro di lei puntano a "metterla a tacere a causa delle sue opinioni politiche che sono anche alla base della sua attività politica nella sua qualità di membro del Parlamento europeo". Un modo per dare vita a una sorta di immunità retroattiva.