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Dal saluto di Elisabetta alla sfiducia per BoJo

Sono arrivati i numeri per il voto in aula. Il popolo non perdona il partygate

Dal saluto di Elisabetta alla sfiducia per BoJo

Un ultimo giorno di festeggiamenti chiusi in bellezza con l'apparizione di Elisabetta al balcone di Buckingham eppoi si torna alla dura normalità. Le celebrazioni per il Giubileo di Platino della monarca più longeva della storia si sono conclusi in un'uggiosa, tipica giornata inglese, con un grandioso spettacolo che ha visto scendere lungo il Mall circa 10mila tra soldati, artisti di strada e performers, personaggi dello spettacolo, della moda e dello sport, impegnati a raccontare i 70 anni di regno della sovrana. E alla fine, si è fatta vedere pure lei, in persona dal balcone di Buckingham Palace: «Resto al vostro servizio, sostenuta dalla mia famiglia».

Dopo aver mancato, a causa di nuovi problemi di mobilità, sia il derby ippico di Epsom che il mega concerto organizzato sabato sera fuori dai cancelli del Palazzo, Elisabetta ha voluto mostrarsi di nuovo ai suoi sudditi, con un sorriso smagliante e un tailleur verde smeraldo, per ringraziarli dell'affetto che le avevano tributato in questo lungo weekend.

Ma ieri è stata anche la giornata dei bambini delle scuole primarie, che nei mesi scorsi avevano preparato delle bandiere illustrate con i loro propositi e i desideri per il mondo che verrà. Un inno al futuro culminato con la sfilata di 200 bandiere, portati lungo il Mall dai loro compagni più grandi in un ideale passaggio del testimone. E mentre Ed Sheeran chiudeva la festa cantando l'Inno della Nazione, nel Regno ancora continuavano le centinaia di street party, le feste di quartiere organizzate dai residenti in onore di Elisabetta.

Archiviata la pausa di divertimento, oggi la Gran Bretagna torna alla realtà di ogni giorno, che significa soprattutto gli aumenti del costo della vita e un governo perennemente sull'orlo della crisi di nervi. I boati e i fischi tributati a Boris Johnson e alla moglie nel giorno della liturgia del ringraziamento alla cattedrale di St. Paul sono la conferma che l'opinione pubblica è ben lungi dall'aver dimenticato, né tantomeno perdonato, le bravate arroganti del partygate. Ne sono ben consapevoli sempre più colleghi di partito del premier che stanno chiedendosi con rafforzata preoccupazione se non sia giunto il momento di destituirlo una volta per tutte. Il numero esatto delle lettere di sfiducia giunte sulla scrivania di Sir Graham Brady, capo della Commissione parlamentare 1922, non è stato reso pubblico, ma c'è chi assicura che stiano per raggiungere il numero richiesto necessario a richiedere il voto di sfiducia.

Molti quotidiani nazionali hanno raccolto le testimonianze di parlamentari conservatori sempre più infastiditi dalla presenza dalla personalità debordante di BoJo. «Sebbene la gente, compresi i nostri rappresentanti avessero veramente bisogno di una pausa ristoratrice dalla politica - ha raccontato al Guardian un deputato dei Tories - la questione della leadership è emersa comunque, anche in questi giorni, persino durante i garden party del Giubileo. Le persone sono venute a cercarmi per discutere di Boris e ognuno mi ha detto la stessa cosa: deve andarsene».

Sapendo che dovrà lottare per mantenersi in sella il premier sta mettendo a punto la sua manovra offensiva, deciso a preparare la legislazione per bypassare il protocollo irlandese concordato nell'ambito della Brexit.

Una manovra politica azzardata, che rischia di scatenare una nuova guerra tra Bruxelles e Londra, in grado però di far guadagnare a BoJo un po' di tempo in più.

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