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La salvezza dei tacchini

Se dici che vincerai sei a zero e poi pareggi tre a tre è ovvio che il risultato sa di sconfitta

La salvezza dei tacchini

Se dici che vincerai sei a zero e poi pareggi tre a tre è ovvio che il risultato sa di sconfitta. Dalle urne delle Regionali non è infatti arrivata la spallata alla sinistra che Salvini aveva annunciato: il Pd si tiene Toscana, Puglia e Campania e cede le Marche al centrodestra, che si conferma trionfalmente in Veneto e agevolmente in Liguria. Siamo quindi al paradosso che una ulteriore crescita nel Paese dei governi regionali di centrodestra (solo due anni fa erano 13 a 7 per la sinistra, oggi sono 15 a 5 per il centrodestra) passa oggi per essere un mezzo fallimento.

E lo stesso si dica per l'annunciata vittoria del «Sì» al referendum sul taglio dei parlamentari. Solo poche settimane fa nessuno avrebbe scommesso che il «No» avrebbe potuto superare, come accaduto, la ragguardevole quota del 30 per cento (e, col senno di poi, se Salvini e Meloni avessero avuto un po' più di coraggio invece di consegnare la vittoria a Di Maio, l'esito sarebbe stato probabilmente opposto).

Le elezioni di ieri dicono altre due cose. La prima è che i Cinque Stelle ormai sono un partito elettoralmente debole e ben lontani dai fasti di due anni fa. La seconda è l'assoluta marginalità del partito di Renzi, che si è dimostrato sia in Puglia sia in Toscana irrilevante per le sorti del centrosinistra.

Ma quel che per noi più conta sono i segnali che arrivano dal centrodestra. Le ambizioni di Salvini non trovano conferme nella realtà: la Lega non è pronta a sfondare nelle roccaforti rosse né a consolidare il suo consenso al Sud. E la corsa della Meloni (sua la vittoria nelle Marche) per la prima volta segna un passo falso, quello del suo candidato Raffaele Fitto in Puglia.

Il combinato disposto di tutto quanto sopra porta a una sola conclusione: per i prossimi due anni cioè fino alla scadenza naturale della legislatura - nulla cambierà nel governo del Paese, o almeno non accadrà nulla di significativo, il che non è propriamente una bella notizia.

Trovo infatti assai improbabile che il Parlamento, preso atto del risultato del referendum, si auto-sciolga come sarebbe logico e corretto. Avete mai sentito tacchini chiedere di anticipare il Natale?

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