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Salvini blinda il governo ma scalpita in Europa. "Stop al modello Ursula"

Il leghista: "Centrodestra anche a Bruxelles". Barelli: "Converta la Le Pen all'europeismo"

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Non si placa la tensione sul gioco delle alleanze europee all'interno del centrodestra. E di fatto è già iniziata la lunga campagna elettorale che porterà a scegliere nel giugno del prossimo anno la composizione della nuova assemblea europea.

Il sistema proporzionale puro, però, obbliga i partiti a campagne elettorali mirate a esaltare gli aspetti identitari. Ecco perché la querelle tra la Lega di Salvini e Forza Italia non accenna a esaurirsi, con un continuo rimpallo di accuse. Da un lato la Lega punta a una campagna in continuità con quanto farà il Rassemblement National di Marine Le Pen e l'Alternative für Duetschelande. Dall'altro Forza Italia spinge sul pedale dell'europeismo responsabile che è sempre stato la guida dell'azione politica del Partito popolare europeo. È notizia di ieri, tra l'altro, che Manfred Weber, il segretario del Ppe, parteciperà al Consiglio nazionale degli azzurri convocato per il prossimo 15 luglio. Un segnale forte di osmosi piena tra Forza Italia e Ppe.

A tal proposito lo stesso Salvini tende, per così dire, la mano agli alleati. Augurandosi una nuova maggioranza al Parlamento europeo simile per collocazione a quella che oggi sostiene il governo di centrodestra della Meloni. «Sui temi europei saranno gli italiani a scegliere col voto l'anno prossimo - spiega il segretario della Lega -, ma siccome sono entusiasta di quello che sta facendo il governo italiano, mi piacerebbe che anche in Europa ci fosse la stessa formula: quindi il governo e il centrodestra italiano esteso all'Europa, senza escludere a priori nessuno, senza dire di no a nessuno, altrimenti ci sarà l'ennesima maggioranza con la sinistra, con i socialisti, con Macron».

Insomma niente aut aut. La Lega non si piega alla conventio ad excludendum avanzata dal partito fondato da Silvio Berlusconi, rimettendo agli elettori l'onere di stabilire come andrà governata la prossima Commissione Ue. «Quella che coltivo è semplicemente un'idea d'Europa - ribadisce Salvini - che coincide con quello che sta facendo il governo italiano. Centrodestra in Italia, centrodestra in Europa. Mi domando come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti».

Il messaggio è chiaro. La maggioranza Ursula per il leader del Carroccio ha i giorni contati. «Non si tratta di mettere veti - replica Paolo Barelli, capogruppo azzurro alla Camera dei deputati - perché il Ppe invita Salvini senza alcun problema. Se poi Salvini vuole con sé la Le Pen, è difficile da accettare perché cantare tutti insieme evviva l'Europa, evviva il Ppe appare difficile, a meno che i partiti dichiaratamente antieuropei non trovino il modo di convertirsi».

La Lega, però, rimarca la distanza dall'attuale compagine che governa il destino dell'Europa. «Incapace» soprattutto, almeno a detta del senatore Gian Marco Centinaio di «contrastare l'immigrazione clandestina». Per il vicepresidente del Senato, la Commissione guidata dalla Von der Leyen è «preda di un ambientalismo ideologico che non considera le conseguenze su imprese e lavoratori, ostile ai nostri agricoltori e inadatta a proteggere i prodotti made in, favorevole ad adozioni gay e maternità surrogata». Su queste priorità la Lega vuole rimarcare il proprio impegno e conferma che la posta in palio è un cambiamento radicale. «Non ci interessano le poltrone della Commissione - aggiunge Centinaio -, ma una vera svolta nelle politiche. Per questo, mentre tanti (anche nel nostro campo) si rincorrono a mettere paletti a destra, Matteo Salvini ha deciso di metterne qualcuno anche a sinistra. Perché abbiamo visto in questi anni cosa vuol dire un governo dell'Europa con i socialisti e non vogliamo che la storia si ripeta».

Anche Fratelli d'Italia sottolinea che il primo passo della prossima maggioranza di Strasburgo sarà quello di rinunciare all'alleanza con i socialisti. «L'Europa è nata con Schumann, De Gasperi, Adenauer. È cresciuta con Kohl e poi con Mitterrand ma non con i massimalisti che rappresenta Elly Schlein - spiega Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera -.

L'alleanza con il Partito socialista europeo va archiviata perché ha frenato l'economia e la crescita del continente e lasciato irrisolti i problemi dell'immigrazione e del rapporto con l'Africa».

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