Salvini inchioda gli speculatori: "Non faremo la fine della Grecia"

Salvini impallina i fondi americani, le pressioni del mondo della Finanza, gli "speculatori alla Soros". Ma assicura: "Sulla manovra non arretriamo"

Salvini inchioda gli speculatori: "Non faremo la fine della Grecia"

I fondi americani, le pressioni del mondo della Finanza, gli "speculatori alla Soros". Nel quartier generale della Lega si agita l'incubo del complotto dei mercati contyro il governo gialloverde. Per Matteo Salvini l'aumento dello spread è legato ad un altro attacco strumentale al sistema Italia. "Una manovra di speculatori alla vecchia maniera, alla Soros - spiega - che puntano sul crollo del Paese per comprarsi a livello di saldo le aziende sane, che sono tante, di questo Paese". Pur dando "molta importanza allo spread e all'andamento dei mercati", il vice premier lumbard dice di essere più interessato a "garantire il diritto al lavoro, alla vita e alla famiglia. Questi diritti vengono prima dello spread".

"Siamo di fronte allo scontro tra economia reale e quella virtuale, tra vita vera e realtà finanziaria. I cittadini votano al di là dei titoli dei giornali". La linea di Salvini è di non arretrare di un millimetro. Eppure fonti parlamentari del partito di via Bellerio riferiscono di un Giancarlo Giorgetti preoccupato per l'impennata del differenziale tra Btp e Bund e per il conseguente pericolo di un declassamento delle agenzie di rating. È soprattutto l'ala "veneta" del Carroccio a lamentarsi per una manovra economica che spende troppo per coprire il reddito di cittadinanza. Ma la strategia dell'esecutivo non prevede un "piano B". "E se lo spread arriva a 500, a 600, a 700? Mi auguro di no, perché ci vanno di mezzo i nostri risparmi - taglia corto Salvini - nessuno pensi che faremo la fine della Grecia, assolutamente no".

Il governo non uscirà, dunque, dal tracciato scritto nella nota di aggiornamento del Def. "A chi pensa di speculare sull'economia italiana dico che perdono tempo e soldi perché noi andiamo avanti", mette in chiaro Salvini che non ha alcuna voglia di cedere ai ricatti della Finanza. "Se si mettono in contraddizione il mercato e i diritti dei cittadini - sottolinea anche Di Maio - il mercato perde sicuro. Noi abbiamo varato una manovra in cui crediamo".

in un momento tanto delicato per l'Italia, secondo il leader del Carroccio, i veri nemici sono, però, "gli Juncker, i Moscovici e tutti coloro che stanno asserragliati nel bunker di Bruxelles. L'Unione europea sbanda come un autobus guidato male".

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