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Salvini: "Madrid difende i confini. E noi invece?". Governatori e sindaci dicono no all'accoglienza

Il leader del Carroccio contro il Viminale sui flussi. La Meloni: "Solidarietà agli spagnoli per l'aggressione". Forza Italia: "Perché l'Ue non aiuta l'Italia"

Salvini: "Madrid difende i confini. E noi invece?". Governatori e sindaci dicono no all'accoglienza

Nel giorno in cui l'agenzia delle Nazioni Unite dà notizia di una nuova strage di migranti nel Mediterraneo (almeno 50, tutti provenienti dal Bangladesh e partiti dalla Libia, affondati al largo della Tunisia), la bomba immigrazione diventa immediatamente un nuovo argomento di scontro politico, anche nella maggioranza.

È Matteo Salvini ad aprire il tiro sul governo, prendendo spunto da quanto sta accadendo nella enclave spagnola di Ceuta, sulla costa marocchina: «La Spagna (con un governo di sinistra) schiera l'esercito ai confini per bloccare gli ingressi illegali. Aspettiamo notizie dal Viminale», twitta all'ora di pranzo. Anche se riconosce a Draghi «qualche marcia in più rispetto a Conte» anche sul fronte dei migranti. Intanto, «fonti» della Lega fanno sapere che «i territori governati dal nostro partito non accetteranno la distribuzione dei clandestini che è allo studio del Viminale». Servono «rimpatri e porti chiusi», e l'Italia deve «confermarsi europeista e prendere esempio dagli altri Paesi della Ue, anche quelli dove governa la sinistra», perché «non possiamo permetterci 13mila arrivi».

Anche Giorgia Meloni si accoda all'improvviso plauso salviniano nei confronti del premier spagnolo Sánchez e dei respingimenti manu militari verso il Marocco ed esprime «la solidarietà al popolo spagnolo per l'inaccettabile aggressione» (così definisce il tentativo di aggirare il confine europeo) «ribadendo che non ci potrà essere futuro europeo se non si pone un freno immediato all'immigrazione incontrollata».

Dalla Ue, così chiamata in causa da gli (ex?) anti-europeisti, arriva il messaggio della Commissaria agli affari interni Ylva Johansson, che intervenendo davanti al Parlamento europeo afferma che gli Stati membri «devono aiutare l'Italia con i ricollocamenti» e definisce i salvataggi in mare «un dovere morale». «È fondamentale raggiungere un accordo sul patto», dice, aggiungendo che «le frontiere spagnole sono frontiere europee» e bisogna «rimpatriare chi non ha il diritto di restare». Si mostra scettica la presidente dei senatori di Fi Annamaria Bernini: «La Ue chiede di aiutare l'Italia, ma la solidarietà sarà come sempre irrisoria, e la sinistra tace». Le replica indirettamente il segretario Pd Letta, secondo cui «Italia e Spagna devono combattere assieme una grande battaglia per una nuova politica dell'immigrazione in Europa».

Intanto però gli amministratori leghisti di Comuni e Regioni cercano di alzare il muro contro i ricollocamenti: dal Nord al Sud fanno sapere che rifiuteranno gli arrivi. I sindaci lombardi, ad esempio, annunciano che non si faranno carico di nessuno dei migranti (poche decine) che il Viminale intenderebbe smistare in Lombardia. «La Lega, ormai surclassata dalla destra di Fdi, fa campagna elettorale sulla pelle delle persone e se la prende con 60 migranti», denunciano i 5 Stelle.

Oggi il ministro degli Esteri Di Maio renderà una informativa in Senato sul tema.

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