La buona notizia è che ieri pomeriggio la Commissione europea non aveva ancora inserito la valutazione della manovra italiana all'ordine del giorno della riunione di domani. La cattiva notizia è che Bruxelles è ancora titubante sulla qualità dello schema di bilancio rivisto inviato ieri dal ministro dell'Economia Giovanni Tria (più volte al telefono con i commissari Dombrovskis e Moscovici) all'esecutivo comunitario tant'è vero che la struttura tecnica del Tesoro e lo stesso titolare del dicastero si sono spesi per l'intera giornata a spiegare la veridicità del nuovo quadro programmatico presentato con il deficit/pil rivisto al 2,04 per cento.
C'è un'altra cattiva notizia: i pensionati devono iniziare a preoccuparsi seriamente. Ma andiamo con ordine. Assodato che da reddito di cittadinanza e quota 100 si otterrà una minore spesa di oltre 4 miliardi, occorre ancora comprendere come la Ragioneria generale dello Stato recupererà gli oltre 3 miliardi che servono per chiudere la partita con Bruxelles. La struttura guidata dal ragioniere generale Daniele Franco ha già scandagliato i bilanci dei ministeri conseguendo, sul piano teorico, i risparmi necessari. C'è la questione politica e qui M5S potrebbe aver scritto qualcosa di risolutivo. «Prendiamo 1 miliardo dai pensionati d' oro e lo mettiamo sulle pensioni di cittadinanza. Colpiamo la casta e aiutiamo i pensionati minimi», hanno scritto i parlamentari su Facebook. Siccome coloro che hanno assegni superiori ai 90mila euro annui lordi sono poco più di 30mila e stante l'entità del taglio cospicua (dal 10 fino al 40%), si desume che questa possa essere una delle leve «strutturali» per ottenere l'ok di Bruxelles, mentre non è ancora chiaro se il contributo di solidarietà avrà durata triennale o quinquennale. La Lega sta spingendo comunque per alzare la soglia a 100mila euro. Altrettanto rigoroso sarà il blocco delle rivalutazioni per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.530 euro lordi al mese). Nei prossimi tre anni, secondo le ultime ipotesi di lavoro per il maxiemendamento, il contenimento dell'indicizzazione ridurrà gli esborsi di 1,7 miliardi (200 milioni di euro nel 2019, 600 milioni nel 2020, 900 nel 2021). In questo modo potrebbe essere reperita una cifra certamente superiore ai 500 milioni che unitamente alle ipotesi di minor utilizzo del reddito di cittadinanza e di quota 100 potrebbe portare il risparmio complessivo sopra i 5 miliardi. La parte restante dovrebbe giungere dalla spending review e, parzialmente, anche dalle dismissioni immobiliari, cifrate all'1% del Pil.
E anche chi sperava di andare in pensione con quota 100 dovrà rivedere i piani. L'ammissione è dello stesso vicepremier Matteo Salvini: «Ci saranno due miliardi in meno per la riforma della legge Fornero. I tecnici ci dicono che su 500mila italiani che potrebbero andare in pensione molti andranno avanti», dice a Quarta Repubblica.
Perché, però, la Commissione Ue non ha inserito la decisione sulla manovra nell'ordine del giorno? Il presidente Juncker può inserire il tema anche all'ultimo momento, ma le trattative con Tria riguardano aspetti che finora hanno avuto minor attenzione dalle cronache. In primo luogo, il Tesoro dovrebbe certificare l'invarianza se non la vera e propria diminuzione del deficit strutturale. In secondo luogo, bisogna specificare come si incanalerà il rapporto deficit/Pil nel biennio 2020-21 e, in terza istanza, occorre presentare un quadro economico coerente con un sentiero di discesa del debito, obiettivo reso più difficile tanto dalla minore crescita attesa che dall'andamento depresso dall'inflazione.
Proprio nella revisione al ribasso del Pil potrebbe nascondersi l'escamotage per presentare un deficit strutturale «in versione ridotta» a causa della congiuntura negativa. Ecco perché la procedura per debito eccessivo (il rapporto deficit/Pil resterebbe sempre entro la soglia del 3%) non è scongiurata.
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