L'attacco in Siria è «un errore tremendo» per Matteo Salvini. Ma per Silvio Berlusconi è invece il leader del Carroccio a commettere un grave errore dispensando critiche non richieste. «Meglio tacere» è l'avvertimento di Berlusconi.
E il martellamento mediatico di Salvini contro il raid in Siria avrebbe provocato anche la contrarietà del Quirinale. L'attivismo del leader del Carroccio nel terreno minato dei rapporti internazionali avrebbe accresciuto le perplessità del capo dello Stato, Sergio Mattarella, sulla possibilità di affidare un ruolo di primo piano al leader leghista in un frangente che richiede doti di prudenza e diplomazia.
L'offensiva mossa da Donald Trump, Theresa May ed Emmanuel Macron dunque diviene motivo di scontro interno al centrodestra. L'acuirsi della crisi siriana dovrebbe rappresentare un motivo in più per accelerare la formazione di un governo stabile e invece le divergenze anche su questo fronte di guerra incrementano l'attrito tra il leader azzurro e quello leghista, allontanando ancora di più l'ipotesi di una possibile collaborazione tra la coalizione di centrodestra nel suo insieme e M5s. Ipotesi mai apparsa praticabile visti i veti contrapposti di Forza Italia e Cinquestelle.
L'attacco di Salvini parte di buon mattino sui social, Twitter e Facebook. «Stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi missili intelligenti, aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi», twitta Salvini che poi definisce i missili lanciati in Siria «sbagliati perché danno fiato ai terroristi islamici, agli estremisti legati alle fazioni di Al Qaeda e Daesh che sono in rotta in Siria. Missili sbagliati perché non concordati».
E Salvini torna ancora una volta ad attaccare anche le sanzioni contro la Russia, difendendo Vladimir Putin, leader «lucido, concreto e lungimirante». Assurdo, prosegue, ritornare ad «un clima da guerra fredda», riservando una stilettata alla Francia che «non difende i diritti umani ma soltanto i suoi interessi economici».
Berlusconi però boccia la sfuriata di Salvini. «In situazioni come queste è meglio non dire nulla» ammonisce il leader di Forza Italia che rilascia dichiarazioni molto caute in merito al raid. «È un attacco a obiettivi precisi, contro siti legati alla produzione di armi chimiche, un attacco che traduce il principio internazionale di condanna di queste armi», afferma Berlusconi, aggiungendo che «attacchi di questo genere dovrebbero essere decisi dalle Nazioni Unite». Quello della Siria è un problema «grave» continua il leader azzurro che osserva con rammarico come l'Italia si trovi a dover affrontare la crisi priva di un governo solido. «Noi non abbiamo oggi un governo che fa contare l'Italia né in Europa né nel mondo. Quindi, non possiamo fare niente», afferma. Ed in pieno contrasto con l'atteggiamento critico di Salvini, Berlusconi rimarca come la cosa migliore da fare in questo momento, anche tenendo conto della contingenza politica, sia tacere. «Nella nostra situazione, adesso, è meglio non dare giudizi. Questi li deve dare l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Gli attacchi sono stati effettuati su obiettivi particolari, dove si presume ci sia la produzione di gas tossici - spiega Berlusconi -. Tutte le volte che ci sono bombardamenti si aggrava la situazione dei civili, quindi è difficile concordare con questo».
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