
Umberto Bossi spegne 84 candeline. E Matteo Salvini saluta il fondatore da cui tutto è partito. Lo va a trovare a Gemonio, più di un'ora di faccia a faccia. "Tanti affettuosi auguri. Un genio grazie al quale tutto è cominciato, un coraggioso visionario che ha ridato orgoglio e speranza a milioni di italiani. Sarà anche la sua Pontida". L'inventore del brand leghista, quando era solo un improbabile e folkloristico pensiero confinato nelle valli, è ormai lontano, ma la grande kermesse sul pratone di Pontida può cominciare. Si parte oggi con un duo assortito: il generale Roberto Vannacci e il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara che si rivolgerà oggi pomeriggio ai giovani. Sulla carta la presenza di Vannacci potrebbe provocare scintille, soprattutto nella giornata di domani quando sul palco saliranno i big, fra cui i governatori. "Col c che Vannaccizziamo la Lega", ha imprecato nei giorni scorsi il Presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana. Replicherà domani, magari con un linguaggio più soft? Le voci dicono che lui e gli altri terranno i malumori per sé, anche perché Salvini sul punto è intransigente e si rischierebbe una guerra fratricida che nessuno vuole. Vannacci parlerà due volte nel week end, d'altra parte la lista dei relatori è chilometrica e ci sarà spazio per tutti. Il generale era venuto già l'anno scorso, la sera del sabato, finita la parte pubblica, si era messo a cantare con il leader e i militanti. Vannacci è lontanissimo dalla sensibilità dei Fedriga, degli Zaia, dei Fontana e secondo i maligni, vedi Dagospia ieri, potrebbe tentare un'opa sul Carroccio, accentuandone il profilo "filo russo, alla vodka".
Analisi e suggestioni. Questa Pontida, segnata dall'omicidio di Charlie Kirk, darà spazio al ricordo dell'influencer che si batteva contro il politically correct e veniva per questo considerato dai benpensanti un fascista. Salvini, che alla tv israeliana tesse le lodi di Gerusalemme in un mare di polemiche, darà voce ai tanti leader europei e non che a suo giudizio rompono lo schema del pensiero unico, difendono i popoli, combattono le élite. Ecco, dunque, lo spagnolo Santiago Abascal, numero uno di Vox, e poi il francese Bardella, che quest'anno rappresenterà a Pontida il Rassemblement National. In questo momento Marine Le Pen, già ospite nel passato della manifestazione, è incandidabile e toccherà a Jordan Bardella, salvo ulteriori sorprese, giocare la partita della corsa verso l'Eliseo. Ci sarà anche Flavio Bolsonaro, figlio di Jair, l'ex Presidente del Brasile condannato ad una pena pesantissima, 27anni, per un tentato golpe che l'interessato rispedisce al mittente. In un mondo sempre più frammentato e instabile, anche il Brasile è spaccato in una contrapposizione fra fazioni sempre più incontrollabile. Insomma, Salvini vuole mettere insieme le energie che spesso sono fuori dal Palazzo, ma esprimono consensi e carisma in abbondanza. C'è dunque una dimensione internazionale, una vetrina che misura anche le relazioni instaurate dal Carroccio nei continenti, da srotolare sul pratone ma c'è anche la Lega radicata sul territorio con una legione di sindaci e amministratori. Il nodo delle candidature nelle prossime regionali non è stato ancora sciolto, l'impressione è che Giorgia Meloni voglia attendere i risultati delle elezioni nelle Marche prima di decidere chi schierare in Veneto. Dovesse essere riconfermato Francesco Acquaroli, la composizione dei candidati sarebbe più lineare e a quel punto anche l'investitura di Alberto Stefani in Veneto meno problematica. Siamo a oggi in stallo, anche se il nome del vicesegretario del Carroccio, stessa carica di Vannacci, l'enfant prodige della Lega, è quotatissimo. Dunque, qualcuno immagina che Luca Zaia, costretto allo stop, possa benedirlo nel corso della convention, magari anche solo con un abbraccio o qualche formula di incoraggiamento. Si vedrà, ma la staffetta Zaia-Stefani per un Veneto sempre a trazione leghista è un tema che appassiona la base del partito, perché segna in qualche modo la continuità in un Paese che è cambiato.
Zaia, personaggio assai popolare ma anche ingombrante, vorrebbe correre con una sua lista, ma gli alleati difficilmente lo permetteranno, confinandolo nel ruolo di capolista. La coppia Zaia-Stefani a Pontida: un'immagine storica nell'album della Lega.