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Sanremo di polemiche: ora anche Conte critica i vertici della tv di Stato. Amadeus fa spallucce ma Fuortes è in bilico

E se ci si mette pure Giuseppe Conte, allora veramente i vertici della Rai, sotto un fuoco di fila dei rappresentanti del centrodestra per quello che si è visto a Sanremo, sono a un passo dall'uscita dal palazzo di viale Mazzini

Sanremo di polemiche: ora anche Conte critica i vertici della tv di Stato. Amadeus fa spallucce ma Fuortes è in bilico

E se ci si mette pure Giuseppe Conte, allora veramente i vertici della Rai, sotto un fuoco di fila dei rappresentanti del centrodestra per quello che si è visto a Sanremo, sono a un passo dall'uscita dal palazzo di viale Mazzini.

Il leader dei 5 Stelle, ieri, si è unito al coro dei politici che chiedono un cambio della governance della Tv di Stato. «Io credo che la Rai abbia bisogno di una riforma profonda - ha detto uscendo dal seggio dove ha votato - Lo stiamo dicendo da tempo. Una riforma rifondativa per migliorare e rendere più efficace il servizio pubblico». A proteggere la posizione dell'amministratore delegato ora resta soltanto il Pd che ha respinto tutte le accuse sul Festival e definito inquietante l'attacco dei vari esponenti di Fratelli d'Italia che hanno bollato questo festival come «killeraggio politico» e stigmatizzato momenti come quelli di Fedez che strappa una vecchia foto del vice ministro Galeazzo Bignami (vestito da nazista). A queste prese di posizioni si era aggiunta anche quella di Berlusconi che, in un'intervista al Giornale ha osservato come la manifestazione si sia «progressivamente trasformata in un evento dai connotati ideologici, nel quale non fa notizia la musica ma piuttosto una serie di provocazioni legate all'attualità, tutte orientate in un modo che dispiace ad almeno la metà degli italiani». E anche Salvini ha ribadito che «bisogna fare una riflessione sulla gestione della Rai».

A questo punto, la palla passa a Giorgia Meloni che, finora, ha tenuto sul cavallo di viale Mazzini Fuortes, sia per questioni pratiche (manca solo un anno e qualche mese alla scadenza di questa governance) sia per non impantanarsi in un complicatissimo giro di poltrone. Dopo questo Festival, la scelta potrebbe cambiare. E lo si vedrà nei prossimi Cda quando si andrà alla conta di chi è rimasto fedele all'amministratore delegato.

Ma se si dovesse cambiare, cosa succederà al conduttore e direttore artistico del Festival, che ha già firmato un contratto per altri due anni? Potrebbe anche lui seguire la stessa sorte visto che è l'artefice di questa impostazione del festival che ha irritato buona parte dell'arco costituzionale? La sua visione è quella di una kermesse che accoglie tutte le istanze, anche quelle che vanno contro la sensibilità di parte degli italiani come il bacio plateale e il rapporto mimato tra due uomini (Rosa Chemical e Fedez) o un aggeggio sessuale brandito sul palco. «Se mi cacciano me ne vado, però di solito non si caccia l'allenatore che vince - ha riposto sulla questione Amadeus- E io ho fatto un Festival dai grandi ascolti. Comunque se ho sbagliato l'ho fatto con le idee mie, non con le imposizioni degli altri». E sugli scandali da «amore libero» risponde: «Non è mia volontà turbare il pubblico a casa. Le cose non vengono preventivate. Rientrano nella totale libertà degli artisti».

In effetti è veramente improbabile che possa essere stracciato il contratto di un conduttore che ha realizzato il Festival più visto dal 1995 (calcoli nuovi dell'Auditel a parte), volto storico della Rai, artista al di sopra delle ideologie politiche. Si vedrà.

Intanto sabato si è chiuso un Festival che - almeno dal punto di vista dello spettacolo - è stato molto apprezzato dagli italiani, con una media di visione del 63 per cento (66 nella serata finale con una raccolta pubblicitaria record da più di 50 milioni), come rivendica il direttore Prime Time Stefano Coletta che, a proposito di baci, assicura che «ho amato molto di più quello tra Anna e Gianni Morandi».

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