Guerra in Ucraina

"Sanzioni, l'Ucraina vincerà". Ma l'Europa si spacca sullo stop al petrolio russo

Parla Von der Leyen, poi la decisione slitta. Greggio, l'Ungheria pone il veto. No di Cechia, Slovacchia e Bulgaria. Kiev: complici di Putin. A rischio tv russe e personalità: c'è la famiglia Peskov

"Sanzioni, l'Ucraina vincerà". Ma l'Europa si spacca sullo stop al petrolio russo

Il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca che sta per essere varato dall'Ue colpisce anche il patriarca Kirill e moglie e figli del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Oltre ai militari responsabili del massacro di Bucha e dell'assedio a Mariupol. C'è poi l'embargo al greggio entro sei mesi, dei prodotti raffinati entro fine anno, il divieto di trasportare il petrolio russo per le navi battenti bandiera europea, l'esclusione della prima banca di Mosca dal sistema Swift e il bando in Europa di altre tre principali emittenti russe, dopo Russia Today e Sputnik. Le imprese di Mosca, infine, non potranno più avvalersi di consulenti e spin doctor europei.

Quello presentato ieri a Strasburgo dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è il pacchetto più duro delle misure approvate finora e non mette d'accordo tutti i 27 Paesi dell'Unione, in particolare quelli che non sono nelle condizioni di diversificare a breve le forniture. Non solo Ungheria e Slovacchia, che hanno tempo fino al 2023 per applicare il blocco delle importazioni e ancora minacciano di ricorrere al veto, ma anche la Repubblica Ceca, che avrebbe chiesto maggiori garanzie per il periodo transitorio e un rinvio di due o tre anni, e la Bulgaria che vorrebbe l'esenzione dall'embargo. «Abbiamo iniziato con il carbone, ora stiamo affrontando la nostra dipendenza dal greggio. Non sarà facile. Alcuni Stati sono fortemente dipendenti dal petrolio russo, ma dobbiamo farlo», ha detto la Von der Leyen. «Vogliamo che l'Ucraina vinca questa guerra», ha aggiunto. Per questo la Commissione si impegna a muoversi con cautela in modo da ridurre al minimo i danni collaterali, dando il tempo ai Paesi di garantirsi rotte di approvvigionamento alternative. La resistenza di alcuni Stati Ue all'embargo ha scatenato l'ira di Kiev. «Sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino», ha detto il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba. I contrasti sulle misure durante la discussione hanno spinto i Paesi membri a chiedere più tempo per esaminare i provvedimenti. In settimana si terranno altre riunioni nel tentativo di arrivare all'entrata in vigore del pacchetto entro il 9 maggio, giornata in cui l'Ue celebra se stessa e la Russia la sua vittoria sul nazismo. Non sarebbero emerse invece riserve sull'esclusione da Swift di Sberbank, di gran lunga la prima banca russa, e di altri due istituti di credito. «In questo modo colpiamo banche che sono di importanza critica per il sistema finanziario russo e per la capacità di Putin di portare distruzione. Ciò consoliderà il completo isolamento del sistema finanziario russo dal sistema globale», ha spiegato la presidente della Commissione europea. C'è accordo di massima anche sui nomi da inserire nella blacklist, compreso quello del patriarca Kirill, ritenuto «responsabile delle minacce all'integrità dell'Ucraina», e di moglie e figli del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, che non ha gradito il coinvolgimento della sua famiglia, tanto da lanciare un monito all'Europa: «Il costo di queste misure per i cittadini europei aumenterà ogni giorno». L'Ue lo sa. E anche Berlino, in un primo momento riluttante, sostiene questa strada, seppure nella consapevolezza che l'embargo potrebbe portare a interruzioni delle forniture e aumenti dei prezzi, come ha detto il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck.

Un nuovo pacchetto di sanzioni è stato varato pure dal Regno Unito, che ha bandito la Russia e le sue aziende dalla rete di servizi finanziari, di consulenza e di pubbliche relazioni della City britannica. Pronti ad un'ulteriore stretta anche gli Stati Uniti. «Siamo sempre aperti a sanzioni aggiuntive», ha detto il presidente Joe Biden spiegando che si sta consultando con i membri del G7 sul da farsi. Oltre al tema delle sanzioni, l'Unione europea ha «in programma di aumentare significativamente» il sostegno militare alla Moldavia «fornendo ulteriori equipaggiamento alle sue forze armate».

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in una conferenza stampa congiunta a Chisinau con la presidente moldava Maia Sandu.

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