"Le sardine sono oscurantiste, il velo è il male"

Atussa Tabrizi, una donna iraniana atea che vive in Italia, in una lettera attacca le Sardine per avere dato spazio sul palco di piazza San Giovanni alla musulmana Nibras Asfa: "Il velo è un simbolo oscurantista"

"Le sardine sono oscurantiste, il velo è il male"

"Perché gran parte di voi femministe e persone di sinistra date sempre la parola solo alle donne musulmane col velo? Perché non date mai voce a tutte quelle donne che ogni giorno lottano per toglierselo il velo, in Italia e nel mondo?". Sono alcune delle domande che Atussa Tabrizi, una cittadina iraniana atea e anti-Islam - che vive in Italia dopo essere stata arrestata nel suo Paese per non avere indossato il velo - ha posto al movimento delle Sardine in una lettera pubblicata sul sito di Micromega. Atussa si riferisce a quanto successo in occasione della manifestazione in piazza San Giovanni, a Roma, quando la sardina (di origini palestinesi) Nibras Asfa è salita sul palco per insultare il segretario leghista Matteo Salvini, dandogli dello "stupido e ignorante".

"Donna, iraniana e atea". È così che Atussa Tabrizi si descrive nell'incipit della lettera pubblicata da Micromega e rivolta alle Sardine. Colpevoli a suo dire di non avere "nessuna idea di cosa sia la laicità dello Stato". E non certo per le accuse rivolte a Salvini e Giorgia Meloni di strumentalizzare la religione a fini elettorali. Ma per avere dato voce, durante la manifestazione di Roma, a una musulmana col velo, Nibras Asfa. Il velo che ad Atussa era costato l'arresto in Iran per non averlo indossato in pubblico. Velo che per lei è "simbolo di oppressione, del male", altro che "simbolo di laicità".

Possibile, si chiede la ragazza, che le Sardine abbiano dato spazio a lei? "Non potevano dare voce a un’altra donna? Se voi, sardine, come la maggior parte delle persone di sinistra e delle femministe italiane, pensate davvero che sostenere una donna col velo significa sostenere la sua libertà, state sbagliando".

Un atto d'accusa contro i "pesciolini" di Sartori e contro tutta la sinistra italiana, che da sempre si batte in favore del diritto delle donne musulmane di indossare il velo, principio in contrasto con la cultura del nostro Paese. E che i progressisti difendono strenuamente non rendendosi conto, sostiene Atussa Tabrizi, che si tratta di un simbolo "oscurantista", non certo di laicità. E a questo proposito, Atussa domanda alle Sardine: "Perché non date mai voce a una donna di origine straniera contro il velo e contro l’islam? Perché non sostenete mai queste persone?". E aggiunge che "anche qui in Italia tante donne immigrate soffrono e lottano per la loro libertà fuori dalla gabbia dell’islam e del velo". Tanto che "non appena ne hanno l'occasione - scrive - se lo tolgono".

In pratica, secondo Atussa, chi promuove, incoraggia e/o difende l'utilizzo del velo da parte delle donne musulmane impedisce loro di diventare realmente livere. Infine, dopo essersi definita islamofoba ("Io veramente ho una fobia dell’islam, perché l’islam mi ha fatto sempre male.

Sia quando vivevo in Iran, sia adesso che sono qui in Italia"), Atussa si definisce "orgogliosamente una donna, sono iraniana, sono atea e sono orgogliosamente contro l’islam e il velo". Prendendo le distanze da chi, come Nibras Asfa, ha un marito (Suleiman Hijazi) che, sui social, non ha mai nascosto una certa simpatia nei confronti di Hamas.

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