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Saviano vede trame anche nel calcio

Dice il giovane saggio: "Il calcio è un argomento troppo serio e importante perché se ne possano occupare politici e scrittori"

Saviano vede trame anche nel calcio

Dice il giovane saggio: «Il calcio è un argomento troppo serio e importante perché se ne possano occupare politici e scrittori». Riflessione puntualmente confermata dall'ultima esibizione pubblica di Roberto Saviano, napoletano, classe 1979, «scrittore, giornalista e sceneggiatore» come recita puntualmente Wikipedia e di recente teorico della libertà d'insultare Giorgia Meloni senza doverne rispondere in tribunale al pari di un qualsiasi cittadino. Nel giorno di San Silvestro, quasi per anticipare i botti di mezzanotte, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport rivelando antichi traumi vissuti da bambino. Ha infatti raccontato d'aver vissuto degli «incubi» per via del Milan di Gullit e Van Basten, i protagonisti della sfida scudetto col Napoli che nel maggio dell'88, tra gli applausi riconoscenti del pubblico napoletano, decretarono il primo scudetto dell'era di Berlusconi. Si può capire. A 9 anni un bambino, tifoso della propria squadra, allora incarnata dall'immensità calcistica di Diego Armando Maradona, può restare sotto choc nel vedere quel Napoli soggiogato nel gioco e stordito dalla spettacolare macchina calcistica ideata dal suo presidente e realizzata in panchina Arrigo Sacchi. Quello che stona invece è che in età molto più matura, nei giorni nostri insomma, dinanzi alla fin qui cavalcata trionfale del Napoli di Spalletti che ha scavato alle spalle un deserto (Milan a meno 8, Juve a meno 10, Inter a meno 11), il ragazzino Roberto Saviano ormai cresciuto con i racconti di Gomorra, si lasci ancora condizionare da paure ataviche esposte nell'intervista con glaciale precisione. Ha confessato infatti il nostro: «Da tifoso del Napoli temo che non ci facciano vincere lo scudetto e che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del nord». Il divertente della storiella di fine 2022 è che il suo timore è stato recapitato proprio a un quotidiano che, secondo la leggenda napoletana, «metterebbe in moto la grande macchina che spinge le squadre del nord». I traumi vissuti da bambino, raccontano gli specialisti della psiche infantile, si possono superare con un contro-trauma che ne cancelli il ricordo. La nostra speranza a questo punto è che il probabile scudetto del Napoli, oltre a sanare qualche ritardo storico, provveda anche a liberare Roberto Saviano da questo demone calcistico che si porta dentro.

E che è, da sempre, l'alibi prezioso degli sconfitti.

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