Sbarcati e ancora senza meta: 1.300 fantasmi in giro per l'Italia

Spagna stracciata. Italia sul podio col primato. Sarebbe da scendere tutti in piazza col bandierone. Ma siccome non stiamo parlando di pallone, di MotoGp o di chef stellati, ma di «maggior numero di immigrati sbarcati in un anno», non è che ci sia granché da festeggiare. E così la Spagna, con soli 920 arrivi di migranti in un anno, continua a vincere le sue personali battaglie. Al solito.

Andiamo con ordine. Ieri l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati ha fatto sapere che sono stati 103.000 i migranti che nel 2015 hanno attraversato il Mediterraneo per tentare di raggiungere l'Europa. L'Onu, che parla di «drammatico aumento degli arrivi», ci comunica anche che, di questi, 54.000 sono arrivati in Italia (nuovo primato europeo, ma per il Viminale sono «solo» 41mila) 48.000 in Grecia, 920 in Spagna e 91 a Malta, con quasi 1800 che sono invece morti tentando la traversata. In questo apocalittico scenario di sicuri nuovi arrivi il Nord cerca una via d'uscita. Lombardia, Veneto e Liguria non ne vogliono più. Già. La situazione è praticamente fuori controllo. In Calabria ieri mattina in 342 sono sbarcati al porto di Vibo Valentia. Due delle 64 donne sono incinte e poi ci sono sei bambini e 272 uomini provenienti da diversi paesi dell'Africa. Una sessantina di loro ha la scabbia. Ebbene, saranno tutti trasferiti in Lombardia, Veneto e Piemonte.

In attesa di sviluppi, c'è da annotare l'ultimo piano del Viminale e dei poco meno di 1.300 fantasmi ancora in Sicilia e che vagheranno per l'Italia (Roma, la probabile meta) senza molte prospettive, se è vero che in almeno tre regioni (Veneto, Lombardia e Liguria) i governatori hanno stabilito di non accogliere più alcun immigrato. Se così sarà, diventerà un problema dei prefetti che in 48 ore non dovranno solo trovare gli alloggi, ma dovranno convincere governatori e sindaci. Perché il Dipartimento per l'immigrazione e le Libertà civili ha già disposto che 600 migranti siano accolti in Lombardia, 630 in Veneto, 400 in Piemonte, 350 in Liguria, 250 in Toscana e 100 in Valle d'Aosta. Nelle strutture del Sud, già al collasso, sono previste cifre minime. In Campania, solo 150. La stessa cifra che, lunedì era stata già trasferita in pullman dalla provincia di Agrigento a quelle di Rovigo, Treviso e Belluno. Al momento il ministero dell'Interno non procede con le requisizioni dei siti, ipotesi che resta comunque aperta per risolvere la questione, qualora gli amministratori locali non collaborassero con i prefetti. La decisione dopo un vertice tra il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento, il capo della Polizia, Alessandro Pansa e Angelino Alfano, che intanto continua a cercare una mediazione con il presidente dell'Anci Piero Fassino e il presidente della conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino.

Intanto, sempre in tema di immigrazione, ieri il presidente dell'Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone ha sostenuto che a predisporre controlli più seri sull'appalto per una serie di servizi al Cara di Mineo «non doveva essere necessariamente il Ministero dell'Interno».

Detto questo, pare cosa certa il commissariamento del centro di accoglienza più grande d'Europa, altra grana per Ncd, marchiato col fuoco dal business dell'immigrazione, motore principale degli affari di Mafia Capitale.

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