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Schlein vuole accogliere in massa i migranti. I sindaci Pd dicono di no

Il primo cittadino di Modena scrive a Meloni e al Viminale: "Impossibile gestire questi flussi"

Schlein vuole accogliere in massa i migranti. I sindaci Pd dicono di no

Linee divergenti nel Pd sull'immigrazione. Una, quella che dovrebbe essere ufficiale, è dettata da Elly Schlein. Dal palco della festa del Domani, a Modena, la nuova segretaria dem spinge sul pedale dell'accoglienza e delle porte aperte, bacchettando la posizione del governo. «Il Pd non finanzierà più la guardia costiera libica né firmerà mai un memorandum che consenta alla Guardia costiera libica di continuare a sparare contro le navi e a calpestare i diritti delle persone», ringhia Schlein, spiegando che per lei si tratta di fatto di «respingimenti collettivi che la Carta europea dei diritti fondamentali non permette». Quanto al governo, secondo la segretaria Pd «pone a Bruxelles le domande sbagliate», e «invece di fare la guerra alle Ong», dovrebbe «chiedere con forza una Mare nostrum europea con pieno mandato umanitario». Anche sul trattato di Dublino Schlein accusa la premier e Matteo Salvini di ipocrisia, sostenendo che a impedire la modifica del trattato di Dublino è stato il veto degli «alleati nazionalisti di Meloni e Salvini». Anche sulle conclusioni del Consiglio europeo, che ha definito quella sui migranti una «sfida europea», Schlein ironizza: «Hanno venduto tre righe scarne come un momento di grande attenzione, ma in quelle tre righe non c'è scritto nulla di concreto».

Insomma, appunto, tappeto rosso alle Ong, via libera a un secondo Mare Nostrum e porte aperte ai migranti è la sintesi della linea «ufficiale» dem sul tema immigrazione. Peccato che qualcuno, nel partito, non la pensi esattamente così. E proprio a Modena, dove Schlein dettava la strategia, nelle stesse ore il sindaco Gian Carlo Muzzarelli scriveva una lettera a Giorgia Meloni e al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Non per chiedere all'esecutivo di cambiare rotta sull'immigrazione, ma per dire che Modena non ce la fa più a gestire gli arrivi dei migranti e che è «indispensabile e urgentissima» l'attivazione di «un tavolo di emergenza in Prefettura con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali del territorio». Certo, anche Muzzarelli premette nella missiva che «Modena è una città inclusiva e accogliente», ma poi aggiunge che «è oggettivamente impossibile gestire ciò che sta accadendo nelle ultime settimane e negli ultimi mesi». Così, mentre i vertici del suo partito reclamano porte aperte per gli stranieri, il sindaco Pd la pensa diversamente, osservando come già adesso, quanto ad arrivi, «il trend è in aumento e non è possibile dare risposta alle richieste di sistemazione che la Prefettura avanza alle Amministrazioni comunali, capoluogo di provincia in primis». Insomma, Muzzarelli a Meloni e Piantedosi esprime «grande preoccupazione in merito alla tenuta della sicurezza urbana e della coesione sociale di fronte a scelte non sostenibili per una città di medie dimensioni come Modena», e sottolinea la «rilevanza politica» dell'emergenza flussi, ricordando come «non sono accettabili sottovalutazioni o scaricabarili politici tra Istituzioni della nostra Repubblica». Un grido di dolore di un amministratore dem che stride con la politica immaginata ai vertici del suo stesso partito. E il contrasto viene infatti sottolineato dal Carroccio.

Che, con il deputato Edoardo Ziello, parla di «schizofrenia contraddittoria», mentre la senatrice Stefania Pucciarelli rimarca come rispetto alle affermazioni di Schlein i «sindaci di sinistra sostengano l'esatto contrario», e «ammettono l'impossibilità di gestire l'emergenza immigrazione e flussi incontrollati di persone che arrivano sul nostro territorio, troppo spesso illegalmente».

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