«R ichieste legittime, ma espresse con modi e toni francamente eccessivi». Angelino Alfano prova a esorcizzare lo spauracchio dello sciopero delle forze dell'ordine cercando un punto d'equilibrio tra l'apertura al dialogo e la fedeltà alla linea dettata da Renzi. Giornata difficile quella del ministro dell'Interno. Rientrato in Italia, si trova tra le mani l'appendice più rovente del braccio di ferro tra governo e statali: lo sciopero generale proclamato da sindacati delle forze di polizia e cocer interforze. Tra la politica in gran parte schierata accanto agli uomini in uniforme e Renzi che, dal Galles, continua a stigmatizzare l'agitazione delle forze dell'ordine, ribadendo di non voler «accettare ricatti»: «Certi sindacalisti - sibila il premier - fanno male a chi veste la divisa».
Così spetta al titolare del Viminale riconoscere agli «uomini e donne in divisa» il ruolo di «protagonisti della sicurezza», convocando già ieri pomeriggio un incontro con i vertici delle forze dell'ordine, ma sempre criticando «toni e modi» del comunicato congiunto che due sere fa annunciava lo sciopero delle divise. Dichiarazioni ricalcate in serata dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che dopo la bacchettata di rito ai «toni inaccettabili» assicura di essere al lavoro con gli altri ministri interessati «per giungere quanto prima a una soluzione».
I sindacati e gli organismi di rappresentanza di polizia, carabinieri &Co. accolgono con favore l'apertura del Viminale, ma restano tutti in attesa dei «fatti». Ossia, un dietro-front dell'esecutivo sulla conferma del blocco al tetto salariale, che da quattro anni ha congelato gli effetti economici degli scatti di anzianità e di carriera per le forze dell'ordine.
Con loro si schiera, quasi senza eccezione, il mondo politico. Se nel centrodestra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia solidarizzano con le divise, anche da Ncd c'è chi invita a «trattare», come Cicchitto, che rimarca il «ruolo delicato» delle forze dell'ordine. Fedele alla linea Renzi-Alfano il ministro dei Lavori pubblici, Maurizio Lupi, che assicura «sensibilità» sulla «specificità» del tema sicurezza, ma critica minacce di sciopero e «ricatti».
La clamorosa protesta delle forze di polizia e le tensioni per la vertenza con gli statali offrono un comodo assist a chi critica il governo, e così il leader del Carroccio Matteo Salvini cita tra le «priorità» di Palazzo Chigi «la sicurezza dei delinquenti», e il Movimento cinque stelle parla di «tradimento di Renzi alle forze dell'ordine».
Persino il leader Fiom, Landini, plaude allo sciopero dei poliziotti che «hanno tutte le ragioni per fare questa protesta», che per il numero uno di Sel, Vendola, è un «segnale del disagio che coinvolge tanti». Qualche voce si alza anche dalle acque - ultimamente agitate - interne al Pd .
«Quando si parla di questioni sindacali sarebbe meglio fare un po' di dialogo sociale piuttosto che annunci a mezzo stampa», chiosa il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano. Renzi, accerchiato, non molla e fa il duro. Il compito di ricucire spetta ai ministri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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