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Scoppia il caso Amadori. La sinistra vuole cacciarlo

Opposizione contro il governo sull'educazione affettiva a scuola. Sotto attacco le tesi di un libro del prof che guiderà il progetto

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La morte di Giulia Cecchettin, per la sinistra, è già archiviata. E spariscono pure i buoni propositi manifestati da Elly Schlein sull'approvazione, insieme al centrodestra, di norme più dure per combattere il femminicidio. Pd e M5s ritornano allo sport preferito: sparare contro un bersaglio del governo Meloni. E nonostante la morte di una 22enne, Giuseppe Conte e Schlein non rinunciano all'attacco. L'assist arriva - che novità - dal «Domani». Il quotidiano dell'ingegnere De Benedetti mette nel mirino Alessandro Amadori, docente di psicologia all'Università Cattolica di Milano e arruolato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara con l'incarico di consigliere. Il Domani «pesca» alcune considerazioni di Amadori riportate nel suo libro «La guerra dei sessi» secondo le quali - «la violenza di genere va derubricata sotto l'espressione della cattiveria, e da questo punto di vista le donne non sono migliori degli uomini, e sanno essere cattive più di quanto pensiamo». Ma soprattutto il quotidiano accusa il ministro Valditara di aver affidato proprio ad Amadori il coordinamento del gruppo di lavoro che ha elaborato il progetto di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole «Educare alle relazioni». Prima bufala. Amadori è un consigliere e segue per il ministero alcuni progetti sull'apprendimento. Il caso però diventa l'occasione per mobilitare l'artiglieria pesante della sinistra contro il governo. Parte il fuoco incrociato. Tra dichiarazioni, minacce di scioperi e mobilitazioni. Il comunicato di Nicola Fratoianni è uno spasso: «Valditara scelga meglio i suoi collaboratori». Risate a crepapelle al ministero. Ma per caso è lo stesso Fratoianni che ha regalato un seggio in Parlamento a Soumahoro? Quale criterio ha usato (lui) nella composizione delle liste? È come il bue che dà del cornuto all'asino. Fratoianni non demorde. Dal M5s parte subito la richiesta di una seduta monotematica in Parlamento: «Valditara ha il dovere di fornire tutte le dovute spiegazioni sulla nomina di Alessandro Amadori a coordinatore del progetto Educare alle relazioni. Abbiamo chiesto una informativa in aula, e ci aspettiamo che il ministro risponda celermente. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, con il fenomeno dei femminicidi che assume ogni giorno di più i contorni di una vera e propria strage, chiunque si accosti a questo argomento non può portare con sé le ombre di teorie bislacche e pericolose. E questo vale tanto più se si riveste un ruolo istituzionale pagato decine e decine di migliaia di euro con i soldi dei contribuenti» attaccano i deputati della commissione Cultura. Altra novità. Si scomoda Ilaria Cucchi, mentre il Pd richiama in Patria dalle stanze di Bruxelles Pina Picierno per mettere nel mirino un consigliere del ministro: «Quando qualche giorno fa accusavo il Governo di pressappochismo su violenza di genere e femmincidio si sono tutti stracciati le vesti. Non conosciamo i meriti accademici o sociali di Amadori sappiamo solo che è un leghista amico di Valditara. Sul corpo delle donne non si scherza. Basta improvvisare e proporci personaggi improbabili, guardiani di un'ideologia violenta e patriarcale che è parte del problema». Da Napoli interviene nella polemica Valditara: «Basta polemiche anche un po' squallide. Concentriamoci sulle cose importanti e non sulle polemiche». Parole cadute nel vuoto.

Archiviato il caso Amadori, la sinistra da stamattina è già alla ricerca di un nuovo bersaglio contro cui aprire il fuoco.

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