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Scudo Bce anti-spread ma con i conti in ordine. Le Borse tirano il fiato

L'Eurotower adotta il rigore di Draghi sul debito. Tassi di interesse su di mezzo punto

Scudo Bce anti-spread ma con i conti in ordine. Le Borse tirano il fiato

Niente scudo anti-spread per l'Italia. Forse perché già orfana di Mario Draghi, il solo ritenuto in grado di non far deragliare il Paese dai binari delle riforme e della finanza responsabile, la Bce getta sul tavolo una pillola avvelenata nel giorno in cui alza i tassi d'interesse di mezzo punto, la prima stretta in oltre 10 anni. Il cosiddetto «Tpi» (Transmission Protection Instrument), lo strumento per tenere i bada i differenziali di rendimento ed evitare quindi sofferenze sul versante dell'indebitamento pubblico, è infatti un concentrato di vincoli e condizioni capestro. Squadernati ieri in conferenza stampa dalla numero uno dell'Eurotower, Christine Lagarde, sono quattro i requisiti necessari per l'intervento calmieratore: il rispetto dei criteri di bilancio indicati dall'Ue; l'assenza di gravi squilibri macroeconomici; la sostenibilità del debito misurata attraverso le analisi di Fmi, Commissione Ue, fondo salva-Stati Mes e dalla stessa banca centrale; l'adozione di politiche nel solco degli impegni presi con il recovery e con le raccomandazioni di Bruxelles.

Insomma, guai a chi sgarra. Se è vero che nessuno si aspettava un pasto gratis, come quelli serviti per anni prima con il Qe e poi con il piano di acquisti contro l'emergenza pandemica (Pepp), i paletti conficcati nel terreno sembrano ricalcare le pulsioni contro i Paesi spendaccioni dell'ala più rigorista dell'Eurotower. E ciò nonostante il Tpi sia stato approvato all'unanimità. Quindi, anche con l'assenso dei due italiani nel board, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l'ex direttore generale di via Nazionale, Fabio Panetta.

Resta quindi da capire quale sia l'effettiva efficacia di uno strumento che affianca quelli preesistenti, cioè l'Omt di Draghi (finora mai utilizzato) e i reinvestimenti del 'Pepp', e che appare macchinoso nel suo impiego, non avendo come primo requisito quella rapidità di intervento necessaria per impedire un allargamento indesiderato degli spread e scoraggiare ondate speculative. Basterà dunque uno scostamento di bilancio per cogliere un Paese con le difese abbassate? E cosa succederà una volta rimesso in moto il Patto di stabilità, magari nel suo format originario da lacrime e sangue? Sono solo due degli interrogativi che chi sarà chiamato a governare l'Italia deve avere già bene in testa, senza fidarsi troppo della reazione non scomposta dello spread BtpBund di ieri, che ha chiuso a 236 punti dopo un'impennata fino a 248 e del recupero dai minimi della Borsa (da -2,7%% a -0,72%). Anche perché, ha precisato Lagarde, l'attivazione dello scudo anti-spread, «è interamente nella discrezionalità del Consiglio direttivo» della Bce. E ancora, a proposito dell'uscita di scena di Draghi: «Devo ricordare che la Bce non prende posizione su temi politici. La Bce valuta se un Paese sia o meno in possesso dei requisiti per il Tpi nel momento in cui deve prendere quella decisione».

Ma tutto pare indicare un cambio di rotta sotto il segno dei falchi. A cominciare dalla stretta sul costo del denaro arrivata con un anticipo di due mesi. Anche se l'attività economica sta rallentando e la guerra in Ucraina continua a pesare sulle prospettive di crescita, la Bce ha deciso usare subito le maniere forti per contrastare l'inflazione (all'8,6%) e «le pressioni sui prezzi che si stanno espandendo in molti settori» anche per effetto della debolezza dell'euro. Da qui in poi, si navigherà a vista: «La forward guidance che esisteva per settembre non è più applicabile», ha spiegato Lagarde e le decisioni che verranno prese in settembre «dipenderanno dai dati».

E dal prossimo governo in Italia.

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