Scuole chiuse e figli a casa: ipotesi voucher per baby sitter e congedo genitori

Le scuole chiuse preoccupano i genitori. Molti padri e madri impegnati con il lavoro non sanno a chi lasciare i propri bambini. Il governo ha iniziato a vagliare varie ipotesi di sostegno alle famiglie

Scuole chiuse e figli a casa: ipotesi voucher per baby sitter e congedo genitori

Scuole chiuse fino al 15 marzo. È questa l'ultima mossa del governo per limitare la diffussione del coronavirus in Italia. Una volta fermata la macchina dell'istruzione, ecco tuttavia spuntare all'orizzonte un nuovo problema non da poco: quello dei genitori, molti dei quali, impegnati con il lavoro, sono letteralmente disperati perché non sanno a chi lasciare il proprio figlio.

Già, perché mentre gli istituti di ogni grado - dagli asili alle elementari, dalle medie alle superiori passando per le università – sono serrati, i luoghi di lavoro di tanti padri e madri restano aperti e operativi. E così mentre gli studenti di tutto il Paese esultano per quella che ai loro occhi è quasi una vacanza extra, i genitori non sanno quali pesci prendere né a chi affidarsi.

Chi una figlio che frequenta l'università o le superiori è più tranquillo ma chi ha un bambino al di sotto dei 14 anni è preoccupato all'idea di doverlo lasciare da solo in casa. Come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, la situazione è ulteriormente "aggravata" dalle nuove raccomandazioni lanciate dal governo, sempre per contrastare la diffusione del coronavirus.

Le soluzioni fai da te

Una possibile opzione, infatti, sarebbe potuta essere quella di ricorrere all'aiuto dei nonni. Niente da fare, visto che alle persone anziane è stato chiesto di non uscire di casa. Dunque conciliare lavoro e famiglia ai tempi del Covid-19 sta diventando sempre di più un'impresa titanica.

Un'altra soluzione last minute è quella di affidarsi alla tradizionale baby sitter ma anche questa strada è in salita. In parte perché la categoria richiesta non è proprio numericamente abbondante e poi non tutte le famiglie potrebbero permettersi una simile spesa. C'è poi chi si organizza in maniera autonoma scambiandosi messaggi nell'immancabile chat di classe creata su Whatsapp: “Oggi porti i tuoi bambini da me e domani viceversa?”. Molti altri genitori, invece, saranno costretti ad avvisare i rispettivi datori di lavoro per avvisare che non possono uscire di casa.

Le mosse del governo

Nel frattempo il governo ha iniziato a vagliare varie ipotesi di sostegno alle famiglie. Negli uffici legislativi dei ministeri interessati si è iniziato a parlare di un contributo economico diretto alle famiglie sotto un certo reddito e con entrambi i genitori che lavorano e all'estensione del congedo parentale retribuito al cento per cento.

È difficile prendere una decisione perché qualunque misura comporta risorse ma non è possibile quantificarle visto che è impossibile prevedere quanto durerà l'emergenza. Di certo, quando verrà presa una decisione, avranno una precedenza le famiglie del personale sanitario e delle categorie dei lavoratori meno tutelate.

In ogni caso, il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha parlato a Circo Massimo, su Radio Capital, della possibilità di introdurre appositi voucher per le baby sitter. "Ho costruito delle ipotesi che sono al vaglio della valutazione economiche - ha spiegato Bonetti - possibilità di sostegno per quanto riguarda i costi delle baby sitter, congedi straordinari per i genitori, abbiamo messo in campo la possibilità di utilizzo dello smartworking e del telelavoro, dove non è possibile stiamo studiando e proponendo la possibilità per uno dei due genitori di poter restare a casa.

"Ci sono tante forme di congedo - ha aggiunto il ministro - penseremo a uno strumento per gli autonomi. Avevamo già un voucher baby sitter che non è stato reintrodotto nell'ultima legge di Bilancio, una forma di quel tipo potrebbe essere riattivata in modo straordinario".

Cosa si può fare adesso

Questo per il futuro, ma adesso? È l'anarchia più totale. I genitori possono chiedere ferie o permessi retribuiti, là dove previsto, con tutti i limiti del caso. Ad esempio il congedo parentale, un'altra opzione da prendere in considerazione, è una forma di permesso retribuito con dei limiti: figli al di sotto dei 12 anni e congedo retribuito al 30%.

In mezzo a tutto ciò,

alcuni tenteranno la strada del part-time o della richiesta di un orario giornaliero ridotto in questo periodo speciale. genitore in difficoltà di stare a casa con permesso non retribuito.

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