"Se è così, valutiamo l'uscita...": la mina M5s nel governo

Alberto Airola, grillino membro della commissione Esteri del Senato, si schiera sulla stessa posizione del discusso presidente Vito Petrocelli e scuote il governo

"Se è così, valutiamo l'uscita...": la mina M5s nel governo

"Se continuiamo su questa strada valuterei opportunità di uscire". Alberto Airola, grillino membro della commissione Esteri del Senato, si schiera sulla stessa posizione del discusso presidente Vito Petrocelli, di cui le forze di maggioranza chiedono con forza le dimissioni.

Il senatore pentastellato, nel corso di un'intervista rilasciata all'Adnkronos, critica l'eccessivo filo-atlantismo dell'Italia e spiega: "Se si continua su una linea che mette in difficoltà il popolo italiano, che di tutto ha bisogno fuorché di spendere in armi i soldi dello Stato, valuterei l'uscita dall'esecutivo". E, poco importa se il leader Giuseppe Conte ha detto che quella di Petrocelli è una posizione "isolata" nel M5S. "Quella di Petrocelli è la posizione naturale del M5S, contro la guerra e contro il finanziamento della guerra. Non mi pare ci sia altro da aggiungere", ribatte il parlamentare torinese. Petrocelli, come abbiamo già raccontato, è sotto accusa per non aver votato la risoluzione con cui l'Italia ha deciso di inviare armi all'Ucraina e di chiedere ormai da giorni al M5S di uscire da "questo governo interventista". Airola non intende partecipare al boicottaggio in atto nei confronti di Vito Petrocelli. Ma, anzi, aggiunge: "La sua posizione pacifista è quella naturale del Movimento 5 Stelle". Il senatore torinese, noto attivista NoTav, non ha dubbi sul fatto che Petrocelli debba restare sia dentro il gruppo M5S sia come presidente della Commissione Esteri. Ma non solo. Secondo Airola, quando si vota sulla guerra o sull'invio di armi, entrano in gioco dei fattori "che non sono di ordinaria amministrazione e che quindi richiedono di essere valutati in un modo diverso dalla stretta applicazione del regolamento". Insomma, in questo caso, non si tratterebbe di fare eccezioni, ma"di riconoscere posizioni pacifiste che hanno sempre fatto parte del Movimento". Airola, quindi, concorda col pensiero del generale Marco Bertolini, secondo cui l'invio di armi causerebbe solo un prolungamento della guerra col rischio di "trovarci di fronte a una crisi senza precedenti, come in parte sta già sta accadendo".

Per espellere Vito Petrocelli dal gruppo del M5S sarà necessario modificare il regolamento interno al gruppo. Per procedere all'espulsione si dovranno compiere dei passi formali e, probabilmente, i senatori pentastellati si riuniranno già questa settimana così da evitare eventuali ricorsi come avvenuto con i sei senatori cacciati dal Movimento per non aver votato la fiducia al governo Draghi e poi riammessi dal Consiglio di garanzia del Senato. "Questo precedente ha reso necessario modificare il regolamento del gruppo: in particolare - sottolineano all'Adnkronos fonti M5S al Senato - dovrebbe spettare all'assemblea dei senatori, e non al singolo capogruppo, la facoltà di espellere uno dei suoi componenti". Per quanto riguarda la permanenza di Petrocelli alla guida della Commissione sfuma l'ipotesi delle dimissioni di massa dei membri della commissione stessa. Ora si parla di "boicottaggio". "Stiamo riflettendo sulla possibilità di disertare i lavori.

In questo modo la Presidente Casellati capirà che non ci sono più le condizioni per proseguire e scioglierà la Commissione", auspicano fonti parlamentari dell'Adnkronos. Ma c'è, come Airola, chi si tira fuori assicurando il proprio sostegno a Petrocelli.

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