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Se le femministe imbrattano l'opera che celebra le donne

Il peggior nemico delle donne? Le femministe di oggi, che una ne pensano e cento ne fanno

Se le femministe imbrattano l'opera che celebra le donne

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Il peggior nemico delle donne? Le femministe di oggi, che una ne pensano e cento ne fanno. L'ultima è questa: due giovani attiviste vanno al Centre Pompidou di Metz e imbrattano cinque opere d'arte, tra cui il famoso L'origine del mondo di Gustave Courbet, dipinto nel 1866 e che rappresenta una donna nuda con i genitali in piano, penso la vagina più famosa del mondo, e anche la celebrazione del sesso femminile più famosa del mondo. E queste sciroccate che fanno? Ci scrivono sopra con la vernice Me too, azione che è stata poi rivendicata, in qualità di mandante, da Deborah De Robertis, artista di origini lussemburghesi.

Ce ne vuole di fantasia e di mancanza di senso per prendere di mira proprio quel quadro. Sia di senso logico, perché lì sarebbe un déjà vu già visto e stravisto, recentemente dagli ambientalisti di vernici sui dipinti ne abbiamo viste di tutti i colori (imbrattando anche il povero Van Gogh, come se invece di essere quel genio che dall'impressionismo ha anticipato l'espressionismo fosse stato un petroliere). Sia anche di senso artistico: penso a quando Marcel Duchamp, il genio dell'arte contemporanea, disegnò dei baffetti sulla Gioconda, e sotto ci scrisse L.H.O.O.Q. (se leggete le lettere in francese suonano così «lei ha caldo al culo»). Solo che non era la Gioconda originale, era un poster, infatti è un'opera di Duchamp, che non era un cretino (André Breton, fondatore del Surrealismo, lo definì «l'uomo più intelligente di questo mondo»).

Oppure penso all'opera di Robert Rauschenberg del 1953 esposta al museo di arte moderna di San Francisco, apparentemente una tela bianca, in realtà basta leggere il titolo: «Disegno di de Kooning cancellato». Ecco, anche lì un senso artistico c'era, anticipando le neoavanguardie degli anni Sessanta (che si sarebbero rifatte proprio a Duchamp), comprando e cancellando il disegno del più grande espressionista astratto e facendolo diventare una propria opera. Ma anche qui Rauschenberg era Rauschenberg, non un cretino.

Come invece è da cretini scrivere Me too in nome del femminismo sul dipinto più femminista del mondo. D'altra parte il gesto è stato compiuto da due attiviste (del genere di Valerie Solanas, femminista che nel 1968 sparò a Andy Warhol, genio della pop art e gay, colpendo proprio un uomo che era l'antitesi del machismo), e ormai quando sentite che degli attivisti hanno fatto qualcosa state certi che è una cretinata.

Perché una cosa è certa: sono molto attivi nel dimostrare attivamente di avere poco cervello, femmine o maschi che siano.

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