Politica estera

Se lo Stato limita i formaggi (e la libertà)

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Se lo Stato limita i formaggi (e la libertà)

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Se in Irlanda sterminano le vacche e a New York tolgono la carne dai menù scolastici, non possiamo più stupirci di nulla. E così può anche accadere che il ministero dell'agricoltura tedesco, Cem Özdemir, annunci di proibire la pubblicità degli alimenti contenenti zucchero ed estenda pure il bando a varie forme di latte, formaggio e burro. Per evitare tale proibizione le imprese dovranno prendere tutta una serie di accorgimenti, modificando le loro produzioni.

Ormai la politica decide come devono operare quanti lavorano per servire i consumatori. La logica del ministro che è anche il leader dei verdi tedeschi è orrendamente paternalistica: pensa che i suoi cittadini siano irresponsabili e agisce di conseguenza. Li priva della loro libertà «per il loro bene».

Il salutismo di Stato che trasforma in reati comportamenti che sono sempre stati legittimi, però, è solo una parte della vicenda. Ormai è chiaro che quanti ci governano stanno constatando che la società è del tutto passiva, pronta a subire qualsivoglia limitazione dei propri diritti. Se da tempo nessuno si scandalizza più di fronte alle immagini oscene che i fabbricanti di sigarette devono stampare sui pacchetti e nessuno contesta la proibizione della pubblicità dei prodotti a base di tabacco, perché dovremmo stupirci di questa ulteriore erosione della nostra indipendenza di giudizio?

Oltre a ciò, è legittimo sospettare che tale estensione ai derivati del latte dell'impedimento a utilizzare talune forme di marketing s'inserisca nel progetto, promosso dagli ambientalisti più radicali, di eliminare dalla scena qualsivoglia forma di allevamento: al fine di evitare quella produzione di anidride carbonica che è legata ai grossi mammiferi.

Un po' alla volta, gli schemi della pianificazione centralizzata dell'economia e della società che pensavamo usciti di scena con il crollo del socialismo reale e del muro di Berlino stanno tornando attuali grazie al dirigismo ambientalista di leggi e direttive che stanno mettendo fuori legge le automobili a combustione, che «rottamano» le case non allineate ai criteri green e ora entrano pure in cucina, dicendoci come dobbiamo mangiare.

Dovremmo essere consapevoli quanto le più piccole libertà siano preziose e da proteggere.

E dovremmo anche sapere che tutti questi diktat muovono da una pretesa di conoscenza assoluta e incontrovertibile, la quale è tutto meno che razionale e scientifica.

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