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Il segnale della Meloni. Falle nella Cartabia: primo Cdm sulla giustizia

Ergastolo ostativo: niente sconti ai mafiosi. Una mossa che piace anche a molte Procure

Il segnale della Meloni. Falle nella Cartabia: primo Cdm sulla giustizia

Giorgia Meloni sceglie un atto simbolico in occasione dell'inizio del suo incarico a Palazzo Chigi: la deposizione di una corona di alloro e di fiori sulla tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria. Per lei prima di risalire in auto arrivano gli applausi dei cittadini e un coro «Giorgia, Giorgia». Il premier ricambia con un saluto e con un sorriso. «Rendiamo omaggio a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Nazione».

Ma a questo appuntamento istituzionale si accompagna una intensa giornata di lavoro in vista del Consiglio dei ministri di domani alle 12 in cui si comincerà a fare sul serio. C'è la lista dei sottosegretari da svelare, con la quadra ormai vicina a essere individuata con tre viceministri e cinque sottosegretari assegnati a Forza Italia, il nodo più intricato da sciogliere. Ma c'è anche la volontà di intervenire con decisione sul tema giustizia, dando corpo agli impegni presi in campagna elettorale.

Al primo punto un decreto legge per mantenere il cosiddetto «ergastolo ostativo» - ovvero una pena definitiva e perpetua per reati particolarmente gravi - considerato dal governo uno strumento essenziale nel contrasto alla criminalità organizzata. Il testo ricalca un disegno di legge già approvato nella passata legislatura dalla Camera e punta a evitare le scarcerazioni facili dei mafiosi. «Una corsa contro il tempo - è il ragionamento del governo - per impedire che ai detenuti mafiosi possano aprirsi le porte del carcere».

Sempre sul tema della giustizia, il Consiglio dei ministri affronterà il rinvio al 30 dicembre 2022 dell'entrata in vigore di alcune disposizioni della «Riforma Cartabia», raccogliendo le criticità già emerse nel dibattito parlamentare e che sono state confermate dagli operatori del diritto con una lettera al ministro della Giustizia. Il provvedimento intende rispettare le scadenze del Pnrr e consentire la necessaria organizzazione degli uffici giudiziari. Una iniziativa che rappresenta un segnale di attenzione verso la magistratura che ha chiesto - attraverso l'Anm e i 26 procuratori generali - un intervento urgente al Guardasigilli, in mancanza di una norma transitoria che chiarisca come procedere sui fascicoli aperti ante-riforma.

Il terzo punto all'ordine del giorno toccherà, invece, il tema della salute con l'anticipo al primo novembre 2022 della scadenza dell'obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria e l'abrogazione delle sanzioni per l'inosservanza dell'obbligo. «L'obiettivo è segnare un primo atto di discontinuità, rispetto ai precedenti esecutivi, nella gestione della pandemia». Ma nella mente del presidente del Consiglio c'è sempre l'emergenza bollette. Giovedì Meloni sarà a Bruxelles per incontrare chi comanda in Europa: le presidenti della Commissione e del Parlamento Ursula von der Leyen e Roberta Metsola, subito dopo il presidente del Consiglio Charles Michel.

Appuntamenti in cui tornerà a battere con forza sulla necessità di fissare un tetto europeo al prezzo del gas.

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