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Semipresidenzialismo, tregua fiscale, Meridione: il manifesto della Meloni

Riforma costituzionale, riduzione della pressione fiscale e tassa piatta, sicurezza e stretta sul reddito di cittadinanza. Il piano della Meloni per rilanciare l'Italia

Semipresidenzialismo, tregua fiscale, Meridione: il manifesto della Meloni
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Pronta a fare "quello che va fatto". Nel suo primo discorso da premier alla Camera, Giorgia Meloni ha tracciato la linea, elencando i punti programmatici della propria azione di governo. L'Italia, l'Europa, l'Occidente: il perimetro d'azione del nuovo esecutivo sarà esattamente questo. Senza cedimenti. E poi, soprattutto, ci saranno le sfide interne: quelle decisive. I cambiamenti per rilanciare il Paese, stavolta per davvero. Sì al semipresidenzialismo e alla tregua fiscale, giri di vite sul reddito di cittadinanza, avanti tutta con il Pnrr e con un piano di rilancio del Meridione. Ecco i temi fondamentali avanzati dalla premier e i relativi dettagli.

Europa

L'obiettivo del governo "non è frenare o sabotare l'integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi", ha affermato Meloni. Chi si pone degli interrogativi sull'Europa - ha proseguito la premier - "non è un nemico o un eretico ma un pragmatico che non teme di dire se qualcosa può funzionare meglio. Serve un'integrazione più efficace per affrontare le grandi sfide". La capo di governo ha poi citato il motto fondativo dell'Ue, "Uniti nella diversità", e ha sottolineato che l'esecutivo "rispetterà le regole in vigore e darà il suo contributo per cambiarne alcune", a partire dal patto stabilità.

Occidente

"L'Italia è a pieno titolo parte dell'Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell'alleanza altantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia" e alle sue radici "classiche e giudaico-cristiane", ha affermato Meloni, ribadendo senza mezzi termini l'orientamento europeista e atlantista del proprio governo.

Ucraina

Nessuna concessione a Putin, nemmeno sull'energia. "La guerra ha aggravato la situazione già molto difficile causata dagli aumenti del costo dell'energia e dei carburanti. Costi insostenibili per molte imprese, che potrebbero essere costrette a chiudere e a licenziare i propri lavoratori, e per milioni di famiglie che già oggi non sono più in grado di fare fronte al rincaro delle bollette", ha premesso Meloni. Poi la riflessione più ampia, in riferimento alla minaccia russa. "Sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell'Ucraina con la nostra tranquillità. Cedere al ricatto di Putin sull'energia non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe aprendo la strada ad ulteriori pretese e ricatti, con futuri aumenti dell'energia ancora maggiori di quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi", ha affermato la premier.

Semipresidenzialismo

Sì al semipresidenzialismo. "Siamo fermamente convinti del fatto che l'Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare", ha detto Meloni, auspicando "una riforma che consenta all'Italia di passare da una 'democrazia interloquente' a una 'democrazia decidente'...". E ancora, alla Camera la premier ha proseguito: "Vogliamo partire dall'ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni".

Patto fiscale

"Dovrà nascere un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri", ha annunciato Giorgia Meloni, elencando i vari nodi da affrontare sull'argomento. Tra di essi, quello della flat tax promessa in campagna elettorale. Primo pilastro: "Ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all'insegna dell'equità. Riforma dell'Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull'incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente. Una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita".

Secondo pilastro: "Una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle Pmi) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco". E infine il terzo: "Una serrata lotta all'evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull'Iva) accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora".

Reddito di cittadinanza

"C'è un tema di povertà dilagante da non ignorare", ha osservato la nuova premier. "Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: 'La povertà non si combatte con l'assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro'", ha proseguito, arrivando poi a definire la propria linea sull'argomento: "Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare", ma "per gli altri la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro". E ancora: "Per come è stato pensato il Rdc ha rappresentato una sconfitta".

Pnrr

"Il Pnrr è un'opportunità straordinaria di ammodernare l'Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio. La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l'Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal Pnrr a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell'aprile scorso", ha dichiarato alla Camera Giorgia Meloni.

Meridione

Tra i punti affrontati nel suo primo discorso, la premier ha parlato anche del Sud Italia. "Sono convinta che questa svolta che abbiamo in mente sia anche l'occasione migliore per tornare a porre al centro dell'agenda Italia la questione meridionale. Il Sud non più visto come un problema ma come un'occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali", ha dichiarato.

Sicurezza

"Lavoreremo per restituire ai cittadini la garanzia di vivere in una Nazione sicura, rimettendo al centro il principio fondamentale della certezza della pena, grazie anche a un nuovo piano carceri", ha detto la premier, puntando anche su un'altra parola chiave: legalità. "Sarà la stella polare dell'azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D'Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall'idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l'indignazione andassero tradotte in impegno civico", ha scandito.

Pandemia

Non potevano poi mancare riferimenti ai temi sanitari legati alla pandemia. "Purtroppo non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l'insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti", ha assicurato la premier al riguardo. Poi l'affondo su alcune opacità del passato: "Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica. Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori".

Immigrazione

"Non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d'asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti", ha inoltre detto la premier durante il suo intervento alla Camera. "In Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi", ha proseguito, spiegando che il nuovo governo intende "perseguire una strada, poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo".

Famiglia e natalità

"C'è un'altra istituzione formativa importante, forse la più importante. Ed è la famiglia. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità", ha dichiarato la premier Meloni davanti ai deputati, richiamando alla necessità di uscire dalla "glaciazione demografica" italiana con "un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società". "Un nostro impegno - ha proseguito - è quello di aumentare gli importi dell'assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l'introduzione del quoziente famigliare".

Fascismo

Sul punto, la presidente del Consiglio è stata inequivocabile. "Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso", ha affermato nel discorso per la fiducia alla Camera. E in un altro passaggio ha aggiunto: "Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre".

Diritti

"Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni", ha dichiarato la premier Meloni, sfidando apertamente i detrattori dell'alleanza di governo.

"Underdog"

Infine, la scommessa. Anzi la promessa: questo governo stravolgerà in positivo tutti i pronostici. "Sono la prima donna incaricata come premier, provengo da un'area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l'underdog.

Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici", ha osservato Giorgia Meloni, assicurando: "Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l'aiuto di una valida squadra di ministri, con la fiducia e il lavoro di chi voterà favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro".

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