Strage di Berlino

Sempre in ansia per Fabrizia aspettando l'esame del Dna

I genitori rassegnati al peggio. Il vescovo di Sulmona: "Come cristiani dobbiamo tenere accesa la speranza"

Sempre in ansia per Fabrizia aspettando l'esame del Dna

L'ultima telefonata è per la mamma. Sono da poco passate le sette, fuori è buio e il pensiero va a casa, a Sulmona. Fabrizia è appena uscita dal lavoro, come ogni sera. La vita quotidiana condivisa con una telefonata, come per accorciare le distanze, come un rito, come se Berlino non fosse poi così lontana. Il copione è lo stesso anche lunedì sera; manca poco, pochissimo al Natale, finalmente si torna a casa, c'è impazienza ed euforia. «Ciao mamma, come stai? E papa? Io bene, tranquilla. Sto andando al mercatino di Natale, in centro. Voglio prendere qualche regalo, ci sono cose carine lì...Sì, certo, ci vediamo mercoledì». Fabrizia Di Lorenzo saluta la mamma al telefonino e s'incammina per Breitscheidplatz, la piazza del mercatino sul Kudamm, sotto le luci dorate. L'idea era quella di partire con la valigia piena di regali, sentiva il profumo della festa, pregustava l'attesa degli abbracci. «È un dolore troppo grande, sento che mi ha abbandonata- dice la mamma Giovanna. Era così contenta, felice di essere lì, è triste che una persona esca dal lavoro e non rientri più». La mamma ha parlato con il vescovo di Sulmona, Angelo Spina, «ma poi ha dovuto interrompere perchè le veniva troppo da piangere», racconta. Ufficialmente Fabrizia risulta ancora tra i dispersi, si aspettano i risultati del Dna. Nessuno vuole pronunciare la parola fine. «La mamma della ragazza - racconta il vescovo - era stata in Terra Santa con la diocesi, era una famiglia molto credente. Come cristiani dobbiamo continuare a tenere accesa la luce della speranza». Eppure già il giorno dopo l'attentato il papà di Fabrizia aveva confidato di nutrire ben poche speranze di rivedere la figlia. «Abbiamo capito che era finita stanotte all'una e mezza, siamo stati noi a chiamare la Farnesina, ma l'aiuto più grande ce lo hanno dato i carabinieri di Sulmona». E poi, trattenendo a stento le lacrime: «Aspettiamo conferme, ma non mi illudo». Fabrizia sarebbe dovuta tornare in Abruzzo per il 22 dicembre, poi Capodanno di nuovo a Berlino con gli amici di sempre. Ai colleghi della 4Flow lunedì pomeriggio aveva detto che sarebbe andata al mercatino di Charlottenburg, proprio dietro l'angolo, per comprare qualche regalo. «Ho letto che è uno dei mercatini di Natale più belli», aveva spiegato loro. È lì che un ragazzo ha trovato il suo cellulare e la tessera della metro. Name: Di Lorenzo. «Siamo disperate, nello sconforto - dicono le amiche - e non vogliamo credere che Fabrizia non ci sia più. Fino alla fine vogliamo pensare che dopodomani sarà qui con noi, a Sulmona, a ridere e scherzare». E riguardo alla strage di Berlino ha parlato anche il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che sul Libro di condoglianze per le vittime ha scritto: «Esprimo al popolo tedesco le profonde condoglianze e la fraterna vicinanza dell'Italia per il vile attentato. Dobbiamo reagire nel segno dei comuni valori europei che ci rendono più forti di chi vuole distruggerci con la paura. Chi ha paura non è libero, combattere contro il terrore significa combattere per la libertà».

E arrivano invece buone notizie per il 34enne palermitano Giuseppe La Grassa che si trovava a Berlino con la moglie Elisabetta Ragna.

L'uomo ferito al volto era stato colpito dalla parte posteriore del Tir dopo che si è andato a schiantare contro una struttura in legno del mercatino, la coppia è già tornata in Italia.

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