La battaglia in Parlamento per l’approvazione dello ius soli segna un punto a favore delle opposizioni. La maggioranza si incarta in Senato sul Codice antimafia; i tempi si allungano, imponendo il rinvio del provvedimento che introduce la cittadinanza italiana per bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo. Il governo arretra: Forza Italia e Lega Nord incassano la vittoria, chiedendo che il ddl venga ritirato definitivamente.
A rallentare l’iter il percorso ad ostacoli del Codice antimafia che secondo la tabella di marcia doveva essere approvato nella mattinata di ieri. Ma una norma «sbagliata» e le relative coperture finanziarie hanno imposto il rinvio al pomeriggio. Al terzo punto dell’ordine del giorno c’era lo ius soli. Ma il ministro dell’Interno Marco Minniti ha tenuto un’informativa urgente sugli sbarchi di migranti nei porti italiani facendo saltare la discussione.
Ora la battaglia si sposta da Palazzo Madama alla piazza. Tra le opposizioni che invocano lo stop e un Pd che vuole imporre anche a colpi di fiducia un provvedimento che spalanca le porte del Paese all’invasione straniera. I dem non fanno passi indietro: «Il Senato affronterà dalla prossima settimana il diritto di cittadinanza. Nonostante le opposizioni delle destre e del M5s, andremo avanti, come ha promesso il segretario dem Matteo Renzi. È una legge giusta e la approveremo» dichiara il renziano Andrea Marcucci, ai microfoni del Tg3. Forza Italia definisce l’accelerazione del Pd - «un’imposizione insensata». «È la prova che il PD e chi lo fiancheggia è contro gli italiani e contro la realtà», spiega Lucio Malan.
Il Pd non esclude la strada della fiducia: «Se è necessario anche la fiducia sullo ius soli. Nulla di strano per un provvedimento che è nel Dna del centro sinistra. Mi auguro che questo provvedimento diventi legge», dice il Pd Edoardo Patriarca, vicepresidente della commissione sul Sistema di accoglienza.
Giorgia Meloni di Fratelli di Italia chiede l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella mentre Maurizio Gasparri evoca il referendum abrogativo: «Contrasteremo in ogni modo in Parlamento questa legge assurda e, qualora il dissennato disegno di Renzi dovesse prevalere, la bloccheremo con il referendum abrogativo». Lo stop alla forzatura di Renzi chiude il primo tempo di una partita il cui esito non appare scontato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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