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Dal Senato prima spallata al reato di abuso d'ufficio

La commissione Giustizia a favore dell'abrogazione anche con il voto di Italia Viva. Nordio: "Impatto positivo sull'economia"

Dal Senato prima spallata al reato di abuso d'ufficio

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Si va avanti così. L'abuso d'ufficio verrà cancellato, l'ipotesi di lasciarlo, sia pure ridimensionato, viene respinta dalla maggioranza con l'aiuto di Italia Viva e Azione. Il disegno di legge Nordio inizia il suo iter al Senato, in commissione Giustizia, e le opposizioni presentano una serie di emendamenti per «salvare» l'abuso, in versione light. Ma la maggioranza si compatta e va dritta per la sua strada. Certo, il cammino della riforma è ancora lungo, ma i primi passi confermano la direzione di marcia. Dunque, via l'abuso e avanti con gli altri passaggi previsti dal ministro della Giustizia: una rimodulazione del traffico di influenze, meglio precisato ma non eliminabile perché richiesto dalla Ue; ancora, stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e svolta, sia pure differita nel tempo, sulla custodia cautelare con l'introduzione del gip collegiale.

Ma questo è il giorno dell'abuso d'ufficio. «È un reato evanescente - spiega Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione. - Le condanne definitive sono pochissime, ma i procedimenti sono lunghi e costosi, i sindaci, anche quelli di sinistra, hanno paura a firmare gli atti perché così finiscono nei guai, anche se poi a distanza di anni vengono assolti. E dunque tutti hanno chiesto la cancellazione dell'abuso». Le opposizioni, sconfessando almeno in parte anche i primi cittadini di sinistra, sostengono che le cose non stanno così. L'articolo 323 del codice penale è un presidio di legalità e l'Europa non vedrebbe di buon occhio un tratto di penna su quella norma. Di più, il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia in un'intervista a Repubblica ha attaccato la mossa del centrodestra: «Quel reato è un argine alle angherie del potere pubblico». E anzi ha suggerito di rimodellarlo, ampliandone il perimetro: «Ora l'unico passo utile sarebbe quello di rivederlo per dargli una maggiore effettività, senza per questo farne uno strumento che possa essere utilizzato in maniera arbitraria». Sulla stessa linea il procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo: «Quel reato ha trovato applicazione in contesti investigativi su complessi interessi mafiosi». Ma Nordio la pensa diversamente; l'illecito complica la vita degli italiani, ma è di scarsissimo aiuto nella lotta al malaffare: il punto è che si resta sotto i riflettori della giustizia per anni e anni, per essere poi quasi sempre assolti. Uno stress, un dispendio di soldi e energie, la paura della firma che porta alla paralisi degli uffici per evitare grane; «un freno all'economia», come sottolinea il guardasigilli. Così il centrodestra tiene la rotta stabilita. D'altra parte, questo disegno di legge è tutto quello che lo spirito riformatore e garantista di Nordio ha messo in campo finora e uno sbandamento sarebbe quasi una sconfessione del Guardasigilli. La maggioranza vuole cambiare la giustizia in profondità e ha in mente di modificare addirittura la Costituzione. Solo che si è data la precedenza al premierato, lasciando indietro i temi cari a Nordio. Per qualcuno quel parcheggio durerà tutta la legislatura, ma Giorgia Meloni assicura che presto si procederà.

Intanto, oggi si avanti con l'articolo 2 del testo Nordio.

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