Senna no, bagni di folla sì. Ombre sui Giochi di Macron

I ricavi potrebbero superare i 12 miliardi, promossa la sicurezza. Cerimonia d'apertura e problemi al Villaggio gli altri punti dolenti

Senna no, bagni di folla sì. Ombre sui Giochi di Macron
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Ha vinto l'Olimpiade. Come sempre. Olimpiade al singolare, perché ciascuna racchiude un mondo mai più riproducibile. Una originalità assoluta. Stavolta i Giochi avevano due protagonisti annunciati: la Senna e la Tour Eiffel. La Tour se l'è giocata bene, la Senna un po' peggio. Ma questo era il gusto della scommessa di Macron. Parigi, la Francia, i Giochi 100 anni dopo. Non c'era solo la sfida con il mondo, ma anche quella con De Coubertin che volle fortemente i Giochi 1924 per far dimenticare quelli parigini del 1900: degni di un circo equestre. Allora vinse il barone. Macron ha tenuto botta, nonostante una organizzazione che, per giornalisti ed altre componenti, è stata la peggiore dai tempi di Omero. Olimpiade organizzata per la Francia e i francesi. Gli altri si accontentino. Ma poi ci sono gli atleti, le gare, il fatto sportivo e la politica può stare solo a guardare. Appunto la politica sa bene che l'importante è partecipare, ma lo sport insegna a vincere o perdere. Ha vinto il pubblico francese e questa forse è la vera, autentica, continuità con il 1924: sempre numeroso e interessato, raccontano le cronache del tempo. E qui è stato fantastico ed entusiasmante. Stadi e palazzetti sempre pieni, un tifo accorato, esaltato, totalmente da stadio. E sebben volassero fischi e «bueggiamenti» durante le sfide, poi arrivavano anche gli applausi per gli avversari. Londra 2012 aveva lasciato tutti stupiti per la dimensione del pubblico. L'Olimpiade, tornata in Europa dopo 12 anni, non ha fallito l'appuntamento.

Poi certo la Senna se l'è tirata un po' troppo. La cerimonia, complice la pioggia (ma qui Macron era impotente a dominarne gli umori) ha scoperto le negatività: atleti trattati come comparse, ospiti politici senza un tetto per riparo, una coreografia che ha scatenato proteste perfino dal Vaticano e magari anche dai francesi, che avrebbero voluto un Napoleone in più e una «Ultima cena» in meno. Scontato il protagonismo delle bellezze parigine, e forse mai una città è stata così protagonista. Eppure non è più il tempo delle «Folies Bergère». Ma poi la Senna, con le sue acque non proprio purificate, ha obbligato tutti a «obbedire e combattere». Non certo a credere. E questo atto di superbia non sarà mai cancellato dai ricordi. Al negativo vanno messi anche i problemi del Villaggio olimpico: niente aria condizionata nelle camere, cibo in scarsa quantità, non sempre adeguato, qualcuno ci ha trovato vermi, letti di cartone. Ma poi c'è qualcuno che ti dice: voi giornalisti avete esagerato. E Macron alzerà le spalle il giorno in cui andranno tirati i conti: economici e politici. In politica i successi del medagliere (quasi il doppio di Tokyo) servono, le grandi esaltazioni tifose pure. Molti parigini hanno visto i Giochi da fuori città (i taxisti erano contentissimi per il traffico più scorrevole), ma chi è rimasto si è goduto i Giochi: bastava un giro sulle metropolitane per capire. Che poi ingressi agli stadi, mezzi di trasporto, sirene urlanti giorno e notte, sbarramenti ovunque, ponti intransitabili facessero venire il nervoso, questo è vero. Ma più agli stranieri che ai parigini. A livello economico Parigi 2024, secondo recenti indagini, potrebbe valere ricavi tra i 7,3 e 12,1 miliardi di dollari. Anche se i costi stimati per la sicurezza, 340 milioni di dollari, saranno aumentati: a Tokyo hanno raggiunto i 2 miliardi. A Parigi sono stati spesi 4,9 miliardi di dollari per progetti infrastrutturali: 1,6 per il villaggio olimpico.

La sicurezza ha tenuto: c'erano molte preoccupazioni, attorniati da un mondo di guerre. Ed, invece, l'Olimpiade ha vissuto in una bolla. E, al di là di un medagliere che parla di un'Europa sempre più forte di tutti nell'insieme dei podi, questa è stata una medaglia per tutti.

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