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"Rischia di perdere anche la Toscana". Il macigno su Letta e il Pd

La campagna elettorale è anche un delicato gioco di equilibri e di alleanze. Il Pd rischia di perdere la sua roccaforte senza l'appoggio di Renzi

"Rischia di perdere anche la Toscana". Il macigno su Letta e il Pd

Le manovre elettorali sono iniziate nel momento in cui il Senato non ha posto la fiducia alla mozione di Pierferdinando Casini. Tra poco più di 60 giorni l'Italia andrà alle urne per eleggere il nuovo parlamento e molti partiti hanno iniziato i calcoli per determinare le alleanze utili alla vittoria. Il Partito democratico deve rinunciare al campo largo dopo la rottura con M5s e ha poche altre alternative per creare nuovi accordi elettorali sul territorio. Ma ci sono anche altri dubbi che attanagliano l'area dem e che sono stati messi in chiaro da Lorenzo Pregliasco, analista politico fondatore del sito YouTrend, che ha posto il focus sui due fortini rossi per eccellenza: la Toscana e l'Emilia Romagna. E quanto emerge dalla sua analisi non fa sicuramente piacere a Enrico Letta: "Senza Italia Viva rischiano di perdere anche in Toscana".

Secondo quanto emerge dal rapporto di Pregliasco, che nei giorni scorsi ha diramato alcune simulazioni sui possibili risultati elettorali, che danno il centrodestra dominante sulla sinistra, com'era prevedibile quelle due regioni sono storicamente l'avamposto rosso: "Sono le vere aree di forza del centrosinistra nel Paese. Se, come pare, il centrodestra andasse molto bene, gli ultimi baluardi a cadere sarebbero i collegi di Milano, Firenze, Torino e Roma centro". Infatti, come sottolinea Pregliasco, se nelle grandi città si assiste all'onda progressista che avanza, "la Toscana, invece, risponde più a una logica di retroterra politico e culturale. Le mappe del `46 e del `48 mostrano che le aree d'insediamento del partito socialista e comunista erano le stesse in cui oggi è più forte".

Ciò non significa che il centrodestra, qui, non possa vincere, come ha ben dimostrato il caso dell’Emilia Romagna nel 2018, quando la coalizione prese più voti del centrosinistra ma, sicuramente, si tratta di situazioni difficili da scardinare. E, infatti, Pregliasco spiega che "senza la presenza massiccia del M5s che drena voti, salvo sorprese, la Toscana rimarrà una regione di centrosinistra". Com'è ben noto, e come hanno dimostrato anche le recenti elezioni amministrative, la bassa affluenza va a favorire il centrosinistra: "È Fratelli d'Italia che ora può drenare il voto dei delusi".

Sul centro, invece, Pregliasco nutre molti dubbi, sottolineando che si tratta di una forza per lo più aleatoria e utile per i sondaggi più che sentita nel mondo reale. E su uno dei maggiori esponenti del nuovo centro, l'analista ha le idee molto chiare: "Matteo Renzi poi è un personaggio ingombrante anche in Toscana, ma alle Regionali ha raccolto appena il 5%. Una quota che però può essere importante per il Pd, che con una coalizione potrebbe intestarsi l'eredità del governo Draghi. Se il Pd va da solo, invece, rischia persino nei collegi uninominali toscani".

Si prospetta all'orizzonte un'altra tegola per Enrico Letta.

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