
Oggi finisce l'era del Csm condizionato dalle correnti nella malagiustizia e la stagione dell'ingiusto processo spalmato sulle tesi dell'accusa, che dal 1992 ha partorito un miliardo di euro di risarcimenti per errori giudiziari e ingiuste detenzioni che ogni anno coinvolgono mille italiani. O almeno, questo è l'auspicio del centrodestra con il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri che dedica a Silvio Berlusconi il voto di stamane al Senato sulla separazione delle carriere dei magistrati, il doppio Csm per giudici e pm e l'Alta corte di giustizia disciplinare "che eviterà il rischio di pressioni del Csm su questo quadrante", assicura il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani parla di "passo importante perché troppo spesso il potere giudiziario interferisce nella vita politica". L'azzurro Raffaele Nevi che punzecchia il Pd e Beppe Sala: "Anche loro riconoscono che qualcosa non funziona, che spesso le inchieste si apprendono dai giornali". Ma la riforma "non ha alcun intento punitivo, nessuno vuole lo scontro con la magistratura perché la delegittimazione fa male a tutti e danneggia le istituzioni", sottolinea Maurizio Lupi di Noi Moderati.
Durissimi i commenti dell'opposizione con l'ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho che su Repubblica tuona contro la demolizione di alcune norme che i grillini considerano cruciali come abuso d'ufficio, traffico di influenze e intercettazioni, mentre altri nuovi reati "ingolfano il lavoro delle Procure, limitano la libertà di pensiero e sanzionano il dissenso", mentre la separazione delle carriere ha come obiettivo "rendere mansueti e scoraggiare l'operato di una magistratura, oggetto di attacchi durissimi, scomposti e istituzionalmente inquietanti". L'Anm se la prende invece con il ministro della Difesa Guido Crosetto e con il ministro dei Trasporti Salvini, rei di aver ipotizzato una qualche "coincidenza" tra le vicende di Sala e Open Arms. "Ipotizzare una regia generale delle procure italiane per cui se Palermo fa il ricorso in Cassazione su Salvini c'è qualcuno su Milano che deve riequilibrare le cose lascia stupefatti", sottolinea il numero uno dell'Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi, che assicura: "Questa regia non esiste".
Il ministro Nordio ieri sera era a Palazzo Chigi per discutere del decreto "svuota carceri" atteso in Consiglio dei ministri che come annunciato dal Giornale prevede un decongestionamento degli istituti con la disponibilità di 10mila posti tra nove strutture (come le celle container nel perimetro dei penitenziari per i detenuti più fragili) e l'adozione di misure alternative. Il voto dell'Aula è una vittoria del Guardasigilli ma anche uno spartiacque su cui presto potrebbero incunearsi altre riforme legate alla stretta sulle impugnazioni definite nel Ddl Nordio del 2024: dall'inappellabilità delle sentenze di assoluzione, rispuntata dopo l'appello in Cassazione della Procura di Palermo che ha scagionato Matteo Salvini dal caso Open Arms fino all'ipotesi del forzista Enrico Costa (finora solo teorica) di una sanzione per chi dopo azioni "temerarie" incassi una "assoluzione conforme" nei primi due gradi di giudizio, come ad esempio è successo con il caso Garlasco con Alberto Stasi.
Norme che sempre l'Anm battezza come l'ennesima "legge ad personam" per bocca del magistrato di Md Rocco Maruotti, segretario del sindacato delle toghe, convinto che la mossa sia strumentale per aggirare il divieto di appellabilità dei pm previsto dalla legge Pecorella e dichiarato incostituzionale dalla Consulta nel 2007.