"Sfida enorme per Nato e Ue". Ora Renzi sferza l'Occidente

Dopo l'intervento di Draghi il leader Iv insiste sulla Merkel come "inviato speciale". Poi la proposta di istituire un fondo per le aziende che subiranno danni a causa delle sanzioni

"Sfida enorme per Nato e Ue". Ora Renzi sferza l'Occidente

Dopo gli aggiornamenti forniti dal premier Mario Draghi in Senato, ha preso la parola anche Matteo Renzi, che ha detto la sua in merito alla guerra scatenatasi in Ucraina, parlando di sfida epocale per Unione europea e NATO.

Già nel corso della giornata di ieri, il fondatore d'Italia Viva era intervenuto, proponendo la creazione della figura di un "inviato speciale" che parlasse a nome di Unione europea e NATO. Renzi ha fatto il nome dell'ex Cancelliere Angela Merkel, che nel frattempo si è ritirata dalla politica attiva nella sua nazione. Due le premesse dell'ex presidente del Consiglio nel suo intervento a Palazzo Madama. La prima riguarda Vladimir Putin: "Putin ha in testa un disegno per il futuro, c'è l'idea di cambiare l'ordine mondiale. Se non partiamo di qua non cogliamo la gravità della situazione", ha premesso.

La seconda delle questioni poste riguarda la fase attraversata dagli enti e dalle istituzioni occidentali: per l'ex premier si tratta di una "sfida enorme". Qualcosa che, appunto, riguarderà tanto l'Unione europea quanto la NATO. Poi - come ripercorso dall'Ansa - il passaggio sulle sanzioni che sono state annunciate dal presidente del Consiglio in carica, dopo le varie riunioni che si sono tenute in merito con gli altri alleati europei: "Le sanzioni - ha proseguito Renzi - sono inevitabili, ma le paghiamo anche noi. E se è vero che l'Ue ha costituito un fondo per l'emergenza Brexit è altrettanto vero che occorre un fondo quantomeno doppio per agevolare le aziende che saranno colpite dalle sanzioni in Italia e nel resto d'Europa".

Per Iv serve dunque la costituzione di un fondo superiore rispetto a quello che in Gran Bretagna è stato immaginato per contenere gli effetti della Brexit. Poi Renzi ha polemizzato con alcune nazioni che, stando al suo punto di vista, avrebbero voltato le spalle al Belpaese in materia di gestione dei fenomeni migratori: "Forse qualche paese dell'area Visegrad, quando si vedranno arrivare centinaia di migliaia di profughi capirà che il sistema di accoglienza dell'accordo di Dublino non funziona più", ha osservato.

E ancora - come ripercorso dall'Ansa - un passaggio sulla necessità di stringersi attorno alle figure apicali dei nostri assetti costituzionali: "Penso sia fondamentale che tutti noi ci stringiamo attorno a Draghi e Mattarella per portare alta e forte la voce dell'Italia e dell'Europa". L'Italia, insomma, deve recitare una parte centrale, sostenendo l'azione del premier del governo d'unità nazionale e del presidente della Repubblica appena rieletto. Dal punto di vista strategico, Renzi ha suggerito come Vladimir Putin possa non aver agito a sorpresa: "Non credo che Putin abbia fatto un colpo a sorpresa ma che sia un'operazione pianificata scientificamente e che sia partita quando ha visto l'atteggiamento avuto dall'Occidentale nei confronti della crisi in Afghanistan".

Poco prima, nel corso del suo intervento, Mario Draghi aveva appunto fatto presente come l'agenda di Putin fosse studiata in maniera certosina.

Renzi ha anche ribadito la proposta avanzata ieri, ossia la nomina di Angela Merkel quale "inviato speciale" per la risoluzione del conflitto.

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